Pagine di Maura Del Serra
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MARGHERITA GUIDACCI, Le poesie
Questo volume, che colma una vistosa e prolungata lacuna editoriale a fronte di una crescente attenzione della critica e dei lettori, riunisce e rende largamente accessibile per la prima volta il corpus della produzione poetica di Margherita Guidacci (Firenze 1921 - Roma 1992): dalle acerbe ma già personalissime Prime del 1939-40, maturate controcorrente nell'ambiente ermetico fiorentino di formazione, al folgorante esordio del '46 con La sabbia e l'Angelo, fino alle postume liriche testamentarie di Anelli del tempo (1993). Dall'arco cinquantennale delle raccolte e delle disperse, balza con lucente, appartata coerenza una delle figure più alte e limpide del Novecento poetico italiano, intrisa di vaste e profonde consonanze europee (la Guidacci fu traduttrice sensibile ed eclettica, soprattutto di prosa e poesia inglese e dai prediletti Donne, Emily Dickinson ed Eliot, ma anche da Guillen e da poeti slavi e cinesi): la voce oggettiva, drammatica e tenera ad un tempo, di una "Sibilla" profondamente classica e cristiana, dall'ethos intensamente civile e religioso ma non confessionale né omologabile ad ortodossie ideologiche o letterarie, fedele solo alla "crescita" interiore e cosmica, al dono del proprio raro dono.
[dal risvolto di copertina]
Nel rogo di splendore in cui ho gettato me stessa
Sono in libreria da pochi giorni due libri che raccolgono il corpus delle poesie e un'ampia scelta delle interviste della scrittrice Margherita Guidacci (Firenze 1921 - Roma 1992), che se Carlo Betocchi definì una volta forse enfaticamente "la più grande delle nostre poetesse", sicuramente appare ora, come ha ammonito Mario Luzi, "ingiustamente sottovalutata". In entrambi gli eventi editoriali c'entra in qualche modo Pistoia: nel primo caso, quello dell'opera poetica, perchè il volume, pubblicato dalla casa editrice "Le Lettere" di Firenze, è stato curato con rigore filologico e con amorosa empatia dalla scrittrice pistoiese Maura Del Serra, docente del Dipartimento di Italianistica dell'Università di Firenze; nel secondo caso perché l'interessante raccolta delle Prose e interviste di Guidacci è uscita per i tipi della C.R.T. di Pistoia a cura della fiorentina Ilaria Rabatti, allieva della Del Serra, con la quale ha discusso recentemente la sua tesi di laurea dedicata proprio a Margherita Guidacci ["Se le prose - scrive Rabatti nell'introduzione - non aggiungono molto alla sua straordinaria qualità di poeta, ne rivelano maggiormente la profonda, generosa umanità di donna e di scrittrice"]. In bilico tra prosa creativa e saggio, i testi della raccolta pistoiese si concentrano sulle esperienze più intime della poetessa fiorentina, quelle che riguardano "la sua esperienza di donna e di madre, il mondo umile e intenso degli affetti quatidiani, i luoghi, i volti, gli avvenimenti domestici, i ricordi dell'infanzia" e mostrano in controluce i motivi ispirativi stessi delle poesie (da quello più scavato della morte e dell'angoscia esistenziale, tema chiave dei suoi versi, a quello del dolore e della solitudine, da quello del valore della comunicazione tra le persone, a quello dell'amore, della necessità della solidarietà, a una religiosità sincera e profonda, fino ai temi, radiosamente percorsi da una grande dolcezza, della maternità e dell'amicizia.
Ce. Sa.
"La Nazione"
30 ottobre 1999
Margherita Guidacci
La sorpresa di una poesia scritta in margine alla fama
Per la Casa Editrice Le Lettere di Firenze viene pubblicata l'opera poetica di Margherita Guidacci. Il volume esce in una collana di testi rappresentativi, "Pan", che era stata avviata, con particolare sensibilità e attenzione, da Federico Gentile [...]. Il libro appare una sorpresa per l'incontro stimolante (quasi insospettato) con il profilo complessivo di una figura poetica. C'è un'impeccabile grafia editoriale e una cura splendida di Maura Del Serra, che ha saputo offrire e ricostruire un'opera poetica con rigore ma anche con un'intelligenza "leggibile" (nella finezza intellettuale, nell'inedito orizzonte del saggio introduttivo). [...] La sorpresa è l'impressione di incontrare, nel libro di Margherita Guidacci, una figura certamente diversa, ma altrettanto "imperdonabile" al modo della "fiorentina" e coetanea Cristina Campo (come suggerisce Maura Del Serra). [...] La poesia di Margherita Guidacci appariva in margine a quella che potrebbe essere la centralità delle collane editoriali, delle stesse attenzioni critiche. Con tranquilla coscienza essa collaborava a pagine culturali divaricate che finivano per segnare un ulteriore isolamento. Tutto ciò si trasforma in una conferma ancora più commovente oggi del suo libro poetico: la limpidezza etica, la gravitazione che tutto riconduce a un centro dell'espressione, la carica vitale e significativa, un enorme lavoro in profondità che sa restituire questo volume a un'unità di condizione (di sofferta vocazione) più che un'unità di scuola, di situazione. [...] La bellezza del volume restituisce una voce nell'arco di confessione, di biografia, di luoghi, di archetipi, di irrinunciabili fedeltà. [...]
Stefano Crespi
"Il sole 24 ore" / domenica
31 ottobre 1999
Sulle orme di Margherita Guidacci. Maura Del Serra nello studio del pittore Ivan Laskovic Croata (in piedi) a Zagabria, estate 2000
Sulle ali della poesia
MARGHERITA GUIDACCI, Le poesie
Nata a Firenze nel 1921 e scomparsa a Roma nel 1992, Margherita Guidacci fu una donna schiva e introversa, lontana dai salotti mondani, ma anche poetessa fra le più sensibili e "rigorose" del Novecento italiano. Amante fin dall'infanzia dei classici greci e latini, finissima traduttrice di prosa e poesia inglese (soprattutto Eliot, la Dickinson e Donne), la Guidacci maturò i suoi primi versi nell'ambiente ermetico fiorentino, ma fin dalla raccolta La sabbia e l'Angelo del 1946 fu protagonista di un percorso poetico assolutamente originale, del quale l'antologia curata da Maura Del Serra offre oggi una bellissima (e necessaria) testimonianza. Sono versi religiosi e "civili", limpidi e teneri, di una "Sibilla profondamente classica e cristiana".
L. Mascheron
"Soprattutto" (ed. toscana)
14/20 gennaio 2000
Donne e poesia. Parole senza rete
[...] Una grande ondata di poesia ci accoglie, invece, ad apertura di pagina del bellissimo libro de Le poesie di Margherita Guidacci, curate da Maura Del Serra per l'Editrice Le Lettere. [...]
Giuseppe Marchetti
"La Gazzetta di Parma"
28 gennaio 2000
Poeti e poesie
MARGHERITA GUIDACCI, Le poesie
[...] Un grazie all'amorosa cura di Maura Del Serra, ma grazie anche agli amministratori della Editrice Le Lettere, così attenti a salvare un patrimonio di tutti mentre i colossi dell'editoria gettano via i libri dei poeti appena essi s'involano a questa terra. [...]
Domenico Adriano
"Avvenimenti"
13 febbraio 2000
Le poesie di Margherita Guidacci
A cura di Maura Del Serra, docente di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea all'Università di Firenze, è uscita, pubblicata dalla Casa Editrice Le Lettere, la raccolta di tutte le poesie di Margherita Guidacci, notissima poetessa, nata a Firenze nel 1921 e deceduta a Roma nel 1992. Molto sensibile, con una salda fede religiosa, mai influenzata da mode amanti di sperimetazioni, coerente con la propria idea di poesia, Margherita Guidacci ha scritto versi generalmente ben cesellati, suggestivi, dal limpido linguaggio, che trattano con profondità gli eterni temi dell'uomo. [...]
Caterina Felici
"Il sodalizio letterario"
anno XXII, n. 51, marzo 2000
Tutte le poesie di Margherita Guidacci raccolte in un volume dell'editrice Le Lettere
Nel catturante spessore del verso pulsa la vita d'ogni giorno
Esce, ed era ora, dopo pubblicazioni episodiche anche se ogni volta da annotare a singolare memoria, la raccolta completa di Le poesie di Margherita Guidacci. Ne sia dato il dovuto apprezzamento a "Le Lettere" di Firenze (pp. 560, L.45.000), per le cure amorose e validamente competenti di Maura Del Serra; una poetessa, dunque, che si occupa di un'altra poetessa, premettendovi un'ampia e scrupolosa Introduzione.
Una constatazione che non cessa ogni volta di stupire è che soltanto oggi, in modo degno ed esauriente, abbiamo davanti un'autrice del livello di Margherita Guidacci, difficile a reperire a causa delle rare e parziali pubblicazioni, che infondevano il senso di un che di singolare e d'insolito, anche se sovveniva immediatamente anche un'altra impressione: che con la Guidacci siamo dentro la letteratura a tutti i titoli. [...] Rassegnazione, speranza e approdo religioso imprimono - per dirla con le parole della Introduzione - "l'estremo, pausato messaggio umano e letterario" e "il lascito cosmico" della poesia, carnalmente e spiritualmente vissuta, di Margherita Guidacci, inverando testualmente, nella ardua e pura vibrazione della voce, l'enunciato dantesco: "Fede è sustanza di cose sperate / e argomento de le non parventi...".
Ferruccio Ulivi
"L'Osservatore Romano"
5 aprile 2000
Guidacci, la poetessa controcorrente
Di Margherita Guidacci (Firenze 1921 - Roma 1992) escono due libri che si possono considerare complementari e che gettano nuova luce su una delle figure più appartate della nostra lirica contemporanea. Le poesie, a cura di Maura Del Serra, raccoglie tutta la produzione poetica con un interessante corollario di "Poesie disperse". L'autrice stessa considerava La sabbia e l'Angelo, la raccolta d'esordio del 1946, e Neurosuite del 1970 come i suoi libri più rappresentativi, ai quali potremmo aggiungere Paglia e polvere (1961), L'altare di Isenheim (1880) e Il buio e lo splendore (1989).
La poesia della Guidacci è improntata a una concezione etica e religiosa della parola, con costanti riferimenti alle scritture sacre e al lavoro di anglista che le farà prediligere autori quali Emily Dickinson, Christopher Smart, Elizabeth Bishop, John Donne e T.S. Eliot. Nonostante fosse stata allieva di Giuseppe De Robertis e si fosse formata nella Firenze degli anni '30-'40, dominata dalla temperie ermetica, la Guidacci optò per una pronuncia diretta, immediata, senza orpelli, come traspare da questo passaggio tratto dai "Consigli a un giovane poeta": "Mio Dio salvami dalla parola condotta in parata come un vitello / nel giorno di fiere".
Questo andare controcorrente ha penalizzato una poetessa che, negli esiti più felici, come nel già ricordato Neurosuite, ispirato a un'esperienza di internamento in un ospedale psichiatrico, o nella toccante sezione "Un addio" de L'altare di Isenheim, può ritagliarsi un posto di rilievo nella poesia italiana novecentesca. In considerazione della sua capacità di filtrare tali esperienze trumatiche attraverso uno stile che sottenda sempre la comunicatività, il dettato dell'autrice fiorentina e andato sempre più affinandosi, arrivando fino al recupero di un certo classicismo mai fine a sé stesso, come traspare dalle composizioni ispirate al mondo mitologico de Il buio e lo splendore. Non ultima bisognerà ricordare la componente religiosa di Morte del ricco (1954) e Giorno dei Santi (1957). Una conferma in questo senso ci viene da Prose e interviste, curato da Ilaria Rabatti, in cui spiccano i ricordi di Giuseppe De Robertis, Nicola Lisi, Giovanni Papini, l'estemporaneo incontro con Clemente Rebora o le prose lapidarie de "La mia vecchia casa in via Santa Reparata" e "Memorie di un rabdomante".
Pasquale Di Palmo
"Letture", anno 55, quaderno 566
(aprile 2000), p. 48
MARGHERITA GUIDACCI, Le poesie, a cura di Maura Del Serra
Il volume colma una lacuna nei riguardi di una poetessa a mio avviso fra le maggiori del secondo Novecento italiano. Eccellente la curatela complessiva e il denso saggio introduttivo della Del Serra, che si fa volentieri perdonare qualche fastidioso refuso nei quali ogni tanto incappa il lettore. Il risultato è comunque un libro ineludibile per chi voglia conoscere questa notevole quanto appartata poetessa, fiorentina di nascita e romana di adozione [...].
Luigi Fontanella
"Gradiva", International Journal of Italian Poetry
n° 19, Spring 2001, pp. 153-154
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