Pagine di Maura Del Serra






        Quarta silloge lirica di Maura Del Serra dopo L'arco, La gloria oscura, Concordanze (a suo tempo inserite eminentemente dalla critica maggiore nel panorama europeo della poesia e dell'ermeneutica simbolico-religiosa), Meridiana raccoglie in una più ampia, varia e dinamica orchestrazione gli sviluppi ultimi di una ricerca espressiva che è ricerca vocazionale della coscienza di sé nel mondo e per il mondo, rito solitario ed unanime teso ad una trasparenza che non ignora, ma accoglie ormai con pienezza tutta la colorata concordia discors delle voci, dei luoghi, delle personae proposte dall'esperienza di varie tradizioni, porgendo alla libertà lo specchio della necessità non con vana alterigia demiurgica, bensì con il femminile sentimento della conpresenza e della "naturalezza" del divino dentro l'umano, della morte dentro la vita, della gioiosa conoscenza dentro la dolorosa inconsapevolezza che ci avvolge.
        Nelle cinque sezioni che compongono il volume, incastonate e completate da un corpus meditativo in prosa, quasi a comporre un ideale prosimetro contemporaneo, Meridiana propone fin dal titolo la maturità consapevole come misura ed equilibrio dell'io nel mondo e del mondo nell'io, e restituisce la poesia alla sua funzione etimologica di azione, lavoro di architettura interiore meteriato di riflessione liberatrice dalle passioni e illusioni, private e sociali, che velano l'equazione classica - e romantica - fra verità e bellezza, fra il ritmo binario di creazione-distruzione del tempo e il ritmo unitario dell'eterno presente: ritmo del quale questa poesia è umile, personale ed impersonale testimone.

Dalla quarta di copertina


 


 

Dalla introduzione a Meridiana, Firenze, Giuntina, 1987

        Non esito a includere la lirica di Maura Del Serra in quel particolare filone della poesia italiana che viene indicato col nome di poesia orfica, e che trova i suoi più autorevoli rappresentanti nelle figure di Campana, Onofri, Rebora, Comi, Pierri, fatte salve, s'intende, le particolari vocazioni e le individuali tendenze che non sono mai riducibili a unità espressive omogenee [...] Queste storiche risultanze occorre tenere presenti quando si legge la poesia di Maura Del Serra, e in particolare questo suo ultimo libro, Meridiana [...] dove la poesia sembra distendersi da una soggettiva condizione di confessione e di metamorfosi a una corale implicazione del quotidiano nella universale vicenda di spirituale ascesa. [...] Perciò la formalizzazione qui ha un valore liturgico-rituale, non è solo questione di sapienza tecnica esteriore [...] Tale sapienza non è gratuita, ma è graduale conquista nella quale confluiscono come arricchimento dottrinale e formale le lunghe frequentazioni dell'autrice con gli esemplari riconosciuti dell'orfismo italiano ed europeo [...] Ci troviamo di fronte a tutto un lessico metaforico di cui è contesto il tessuto espressivo di questa poesia, che a volte raggiunge dantesche intensità. Da quel tessuto si dipana il filo della multivaria esistenza, quasi raggomitolato intorno all'io-soggetto, perennemente sollecitato tra coscienza del mondo e autocoscienza. Così il libro si configura anche come autobiografia poetica oggettivata nei distinti momenti della grande teatralità della vita; l'io poeta incarna gli archetipi dell'umanità: di volta in volta distruttore, asceta, edonista, pazzo, tiranno, mite, profeta, ma sempre e comunque sacerdote disponibile a diventare 'coscienza di fine' [...] Come si vede, l'itinerario poetico e culturale è chiaramente tracciato, senza indurre a devianze di gusto o di moda: il binomio vita-poesia si ripropone in tutta la sua coinvolgente attualità, presentandosi come strenuo impegno etico-letterario e attingendo alle fonti di un'alta coscienza religiosa, intesa come scienza dell'umano e del divino attualizzati nell'evento della parola, di cui il poeta è insieme vittima e sacerdote, attore e mimo.

DONATO VALLI


 

MAURA DEL SERRA, Meridiana, Firenze, Giuntina, 1987

        Al canto sull'inguaribile malattia dell'esistenza sembra opporsi la fede di Maura Del Serra in una possibile unicità di vita/poesia/pensiero. In effetti, soprattutto in questo ultimo libro, terzo tempo di un itinerario poetico scandito da quattro plaquettes, edite dalla Giuntina di Firenze, la cronaca di una difficile ascesi si trasforma in palpitante realtà umana. Assumendo i connotati della vita e del sentimento la poesia di Maura trova nuova forza propulsiva in un lungo attraversamento del reale alla luce di un'esperienza conoscitiva e visiva, svolta in immagini di cristallina bellezza.
        Questa disposizione culturale e metodologica si insinua tra le pieghe di un linguaggio che, necessariamente, risente dell'audacia concettuale e formale di un'organizzazione sistematica di pensiero e sentimento. Certo, in quest'offerta assoluta avvertiamo il soccorso della tradizione gnostica e neoplatonica, come dei libri religiosi d'Oriente e d'Occidente. Né sono un caso gli studi indirizzati verso l'antroposofismo di Onofri, l'ortodossia rosminiana di Rebora o la sperimentazione claudelliana di Jahier o l'espressionismo vociano di Boine. Ma alla conquista di una sapienza tecnico-costruttiva mirabile ha portato il suo contributo la frequentazione della poesia metafisica europea.
        A proposito dei fattori costruttivi innervati da un'articolazione contrastativa, che contraddistinguono i suoi testi, lei stessa ha affermato come motivi semantico-strutturali: "Il vario fuoco vitale, gli incanti dell'eden e il 'tempo anfibio' della storia, la dimensione familiare e materna e quella impersonale, il quotidiano ed il mitico (v. il recupero di tale secondo polo, in chiave metamorfico-apollinea, nella sezione finale di Concordanze, Due miti), "la morte e la rinascita, gli errores ulissiaci e le geometrie della pietà" (ibidem).
        Ferma restando la frequenza di linguaggio religioso e la propensione a metafore di tipo escatologico per dare spazio a un'utopica riconciliazione, in Meridiana la centralità assunta dall'elemento maturità (lo shakesperiano ripeness) accentua la "pienezza di accettazione" a scapito del "limbo di onnipotenza".
        Si tratta di una partitura suggestiva, adulta, dal "sapore di più vasta e schietta vivacità vitale, che esplora e concerta i risvolti 'teatrali' e ludico-drammatici di varie 'voci' e tipologie proiettive, oppure fissa i momenti riflessivi del proprio esserci per fare" (ibidem).

GIULIANA BONACCHI GAZZARINI
"Quinta Generazione", aprile 1987


 


 

MAURA DEL SERRA, Meridiana, Firenze, Giuntina, 1987

        Sono stati comunicati ieri i nomi dei vincitori del premio letterario nazionale "Giuseppe Dessì" [...] per la poesia il riconoscimento è andato a Maura Del Serra con l'opera Meridiana [...]. Della raccolta di poesie della Del Serra è stata evidenziata "la grande perizia tecnica, l'abilità di muovere la precisione e la cantabilità del verso che raggiungono una misura di esemplare tenuta formale e di meditazione intensa" [...].

ANTONIO ROMAGNINO
"L'Unione Sarda", 28 giugno 1987


 


 

Motivazione per l'assegnazione del Premio Letterario Nazionale "Giuseppe Dessì", 1987

[...] per la Poesia Maura Del Serra con l'opera Meridiana (Giuntina) [...]

        La grande perizia tecnica, l'abilità di muovere la precisione e la cantabilità del verso, raggiungono in Meridiana una misura di esemplare tenuta formale e di meditazione intensa. Di una molteplice cultura italiana ed europea (i poeti del primo Novecento italiano e francese, e i tedeschi) la Del Serra attraversa il versante meno noto caratterizzato da una spiccata scelta intenzione e vocazione religiosa, creando una sua originale sublimazione del reale che punta verso l'Assoluto. [...]
 



 

        [...] Anche Maura Del Serra appartiene al mondo universitario e [...] Meridiana (Giuntina Editrice) con cui ha avuto il Dessì per la poesia è la sua quarta raccolta dopo L'arco, La gloria oscura e Concordanze da tempo entrate perentoriamente nella critica, come tra le più felici voci della poesia nazionale ed europea, collocata in quel filone simbolico-religioso che ha una vasta ascendenza nella lirica italiana e straniera. In quest'ultima linea la vocazione nativa della poetessa si è affinata anche per uno strenuo lavoro di traduzioni (da Borges a Simone Weil, Gertrud Kolmar, Suor Juana Inés de la Cruz) senza che ne derivasse appesantimento di riecheggiamenti o ne venisse turbata l'originaria cantabilità. La poesia è per la Del Serra svelamento di sé per affiatare gli altri e coinvolgerli attivamente. L'anima è la meridiana, ne ha il silenzio, i reiterato oscurarsi e illuminarsi, la tenace registrazione del tempo. Per essa passano gli eventi, che diventano parola e verità. La sua specola si apre al piccolo mondo familiare [...] o si affigge in preghiera sul mondo più vasto e più tumultuoso.

ANTONIO ROMAGNINO
"L'Unione Sarda", 3 luglio 1987






        Maura Del Serra, docente di Letteratura Italiana all'Università di Firenze, critica attenta soprattutto alla poesia del primo Novecento - da Pascoli a Ungaretti, da Campana a Rebora - degli aneliti di tale stagione culturale offre anche una rilettura poetica originale e viva in Meridiana, la sua quarta silloge di liriche. é questa solamente una delle chiavi interpretative della poesia di Maura Del Serra, che dalla tradizione orfica trae spunti per un'originale espressione che attinge dalla classicità e insieme mette alla luce forme nuove. Nella sua lirica è onnipresente il dualismo, la contrapposizione tra finito e indefinito o infinito, fra reale e potenziale, fra attesa e riscontro, fra desiderio e impegno, oltre a innumerevoli flessioni di analoghi paradigmi. Così ad apertura di libro [...] si leggono le scoperte compiute nell'itinerario esistenziale, quando gli occhi si aprono e giunge l'ora di rinunciare a illusioni, grandezze e mascheramenti per trovare l'infinito nell'umile, per calare le intuizioni del poeta nella limitatezza della materia, per conoscere attraverso la ricezione, l'ascolto. L'inesauribile segreto di Ungaretti si è trasferito dal "porto sepolto" alla ritmicamente equivalente "pozza di strada".
        La necessità di uscire dalle angustie della crisalide, di conoscersi e, quindi, di essere nella libertà suggerisce formule poetiche di una simbologia della mutazione ("D'ogni scorza mi spoglio") per la quale ogni momento è preparazione e lotta fra diverse inclinazioni [...]

GIORGIO BARONI
"Il Ragguaglio Librario", febbraio 1988