Pagine di Maura Del Serra


Premi letterari
con alcune motivazioni




1984

Premio Nazionale "Traiano" per la poesia



Benevento: Maura Del Serra riceve il Premio "Traiano".


Benevento, Premio "Traiano": da sinistra Luciano Luisi, Giuliano Manacorda,
Enzo Fabiani, Maria Luisa Spaziani e Maura Del Serra.


1985

Premio Nazionale "Ceppo proposte" per la poesia


1986

Premio Nazionale "Bari-Palese" per la poesia

Premio Nazionale "Ceva" per la poesia

Premio Nazionale "Tagliacozzo" per la critica letteraria


1987

Premio Nazionale "G. Dessì" per la poesia


Motivazione per l'assegnazione del Premio Letterario Nazionale "Giuseppe Dessì", 1987

[...] per la Poesia Maura Del Serra con l'opera Meridiana (Giuntina) [...]

        La grande perizia tecnica, l'abilità di muovere la precisione e la cantabilità del verso, raggiungono in Meridiana una misura di esemplare tenuta formale e di meditazione intensa. Di una molteplice cultura italiana ed europea (i poeti del primo Novecento italiano e francese, e i tedeschi) la Del Serra attraversa il versante meno noto caratterizzato da una spiccata scelta intenzione e vocazione religiosa, creando una sua originale sublimazione del reale che punta verso l'Assoluto. [...]


Maura Del Serra a Cagliari per ricevere il Premio "G. Dessì" . Da destra Fiammetta Gamba,
Franco Rella, Maura Del Serra, Claudio Varese, Anna Dolfi e la signora Dessì.


Premio Nazionale "Santa Lucia di Serino" per la poesia


Premio "Santa Lucia di Serino" a Concordanze
Avellino, maggio 1987

        [...] Una presenza di spicco nella poesia italiana della quinta generazione è Maura Del Serra, che opera da parecchi anni come italianista contemporaneista, nell'Università di Firenze e ha dedicato lavori notevoli a Pascoli, Rebora, Campana, Ungaretti e Jahier. Anche se nella genesi della sua invenzione poetica si avvertono suggestioni della più alta stagione dell'ermetismo fiorentino, la Del Serra ha originalmente maturato la sua ricerca su un'idea di poesia come conoscenza insieme vitale e ontologica, sensibile e spirituale, nutrendo la sua esperienza lirica - da L'arco (1978) alla recentissima Meridiana (1987) - su radici profonde e complesse, che si diramano dall'eredità orfico-platonica alla tradizione vetero e neo-testamentaria, dai Vangeli gnostici alle tradizioni teosofiche orientali [...] Consensi di prim'ordine - da Mario Luzi a Donato Valli - sono venuti alla poesia della Del Serra: "tutto - ha osservato lo scrittore Gino Gerola - è felicemente filtrato attraverso un'attentissima cultura e una mente lucida, capace di controllatissime, appassionate soluzioni linguistiche e tematiche. Una poesia raffinata ed intensa [...] pur nel suo strenuo autocontrollo". Concordanze [...] è certo un libro intenso, sinuoso, difficile: quasi diremmo che la poesia (mai facile a decodificare quando autentica) vi respira nel suo mistero, in quella "esmesuranza" che Maura richiama - nel segno dell'oxymoron tra luce e abisso, gaudio e sgomento, dal "suo Jacopone". A verificare come l'intensità dell'ispirazione lieviti in novità espressionistica basterebbe qualche riferimento alla fermentante tastiera analogica: "gragnole di lutti", "tornei di fortune" "spore di sperdimenti", " acquario della mente", " ago di quiete", "bacio geometrico del sole". Ma la poesia è unità, sintesi irrepetibile che di continuo si inventa i suoi istituti grammaticali e prosodici e occorre soprattutto penetrare, immedesimarsi, assaporando adagio, secondo la lezione di Leopardi. Ascoltiamo dunque Preghiera:

Ci colga a cuore unito la potenza che versa
nella carne dell'anima ogni canto
e ripari la gloria
questo setaccio fuso che ne duole -
sia favilla che sana
l'incendio della notte
goccia che scava dalla sabbia nostra
la sua guglia indelebile dispersa
nell'oltresole
.

Alberto Forattini


Avellino: Maura Del Serra in occasione del Premio "S. Lucia di Serino"


1988

Premio Internazionale "A. Gatto" per la poesia



Salerno: Maura Del Serra riceve il Premio "A. Gatto".
Sulla sinistra il prof. Giuliano Manacorda presidente della Giuria.


1989

Premio Nazionale "David" per la poesia

Premio Nazionale "Giangurgolo" per la drammaturgia


[...]. La giuria unanime ha riscontrato nel racconto fortemente drammatizzato un forte ma sotteso simbolismo configurante la vita di una comunità di giovani in cui l'interazione attiva con un sacerdote diviene itinerario di liberazione interiore e sociale. L'opera è misurata esaltazione della giustizia e della "parola" contro il consumismo dissipatore e il potere strumentalizzante.
La sua rappresentazione può avere pieno impatto teatrale [...].

Cesare Mulé
"Corriere di Reggio", 25 novembre 1989


1991

Premio Nazionale "L. De Libero" per la poesia


1992

Premio Internazionale "Flaiano" per la drammaturgia


Maura Del Serra, con il suo lavoro drammatico dal titolo Il figlio, ha saputo tratteggiare un mondo di sentimenti, comuni e quotidiani, innalzati a modello assoluto e universale. Da un lato, l'autrice si è felicemente addentrata nella sacralità di certe zone segrete dell'io; dall'altro lato ha saputo mostrare la potenza di un mondo emozionale, impossibile da raccontare. L'originalità del processo suo teatrale, il ricorso ad una parola alta e, al tempo stesso, poeticamente pertinente, fanno de Il figlio un esempio importante di una nuova scrittura scenica. Una direzione, insomma, che affascina e al tempo stesso incanta per l'estrema semplicità e nitore.

Motivazione del Premio "Ennio Flaiano" per il Teatro
Pescara, in supplemento a "Oggi e domani"
luglio 1992


Premio Nazionale "Scheda teatrale di S. Miniato" per la drammaturgia


1994

Premio Nazionale "C. Betocchi" per la traduzione


Premio "Carlo Betocchi" per la Traduzione a Virginia Woolf, Le onde, Orlando, Una stanza tutta per sé, a cura di Maura Del Serra, Roma, Newton Compton, 1992,1993,1994
Piombino, dicembre 1994

Maura Del Serra, scrittrice e saggista, ha affrontato con serietà e sicurezza la sfida proposta al traduttore dalla prosa vertiginosamente sperimentale di Virginia Woolf, mostrandosi consapevole della necessità, più marcata nel caso specifico, di un'intensa preparazione storico-critica all'approccio del testo, e rivelandosi in possesso di strumenti linguistici e stilistici bene aggiornati e funzionali. In particolare, la giurìa ha apprezzato la prontezza con la quale la concezione e l'impianto della traduzione si sono adeguati, di volta in volta, e sempre con perfetta adesione, alle esigenze poste da tre originali fortemente diversificati: cioè, per Orlano, la peculiarità, nel dialogo, dell'espressione dei singoli personaggi; per le Onde, l'assetto stilistico finalizzato all'indagine circa il fluire del pensiero dalla mente al discorso; nel caso, infine, di Una stanza tutta per sé, il difficile equilibrio tra inclinazione narrativa e volizione saggistica. In ognuna di queste occasioni Maura Del Serra ha saputo lodevolmente associare alla spontanea capacità mimetica, finezza interpretativa ed entusiasmo poetico.


Maura Del Serra (al centro con il marito) a Piombino per ricevere il Premio "C. Betocchi".


1995

Premio Internazionale "E. Montale" per la poesia


"Premio Montale 1995" a Corale
maggio 1995

        Maura Del Serra, nata a Pistoia nel 1948, docente di Letteratura italiana all'Università di Firenze, un'imponente produzione alle spalle. Con cinque raccolte di versi, dal giovanile L'arco a Infinito presente di tre anni fa, si è aggiudicata premi prestigiosi, ma ha contemporaneamente offerto sostanziosi contributi in biografie critiche che riguardano Campana e Rebora, Pascoli e Ungaretti, Montale, Borges, Landolfi, Caproni e molti altri, italiani e stranieri. Notevoli le sue traduzioni da varie lingue, in versi e in prosa: da Shakespeare a Virginia Woolf, da Else Lasker-Schüler a Marcel Proust. Ha al suo attivo importanti testi teatrali.
        Nutrita così da linfe disparate, e da una viva sensibilità fantastica, coloristica e metrica (dove si intrecciano quinari, settenari, endecasillabi mescolati a versi "barbari", dissonanti e trasgressivi), Maura Del Serra pronunzia in questo suo Corale parole alte, aperte alla trascendenza, o di vasto orizzonte storico-culturale dove ricrea suggestioni e messaggi lontani in apologhi e metafore di suggestiva originalità.


Maura Del Serra, con il marito, a Perugia per ritirare il Premio "Montale"


1997

Premio Nazionale "Città di Catanzaro" per la poesia


1998

Premio Nazionale "Camposampiero" per la poesia


Motivazione per l'assegnazione del Premio "Camposampiero" (Padova)

        È un secolo di colpevoli disattenzioni, quello che volge al termine. Disattenzioni anche in campo letterario, dove particolarmente grave è il tramandarsi di tavole di valori presunti e, di fatto, insostenibili a un giudizio obbiettivo. Così non stupisce la troppo scarsa risonanza di un nome come quello di Maura Del Serra, saggista e traduttrice di sperimentate qualità ma soprattutto poeta insigne, sul duplice registro lirico e teatrale. Nel 1998 è uscita la commedia drammatica Agnodice, l'anno avanti i versi di L'Età che non dà ombra (ambedue presso Le Lettere, Firenze): titoli nei quali, per adesso, culmina un discorso poetico che il nostro premio oggi vuol proporre a una più larga attenzione.
        Poesia, quella di Maura Del Serra, da leggere e da rileggere, alta e intensa; gremita e nutrita di un pensiero che attinge alle tradizioni del Logos classico e cristiano ma anche alle fonti di altre filosofie e religioni, nella persuasa coscienza che un'arcana armonia formale e sostanziale possa collegarle tra loro. Una pronuncia ferma e solenne (che nel Novecento italiano è stata, ad esempio, di Betocchi, di Luzi, della Guidacci) scandisce componimenti capaci di cercare le radici, palesi od occulte, della realtà, sacralizzandone ogni aspetto. La grandezza dell'assunto complessivo non esclude peraltro il ricorso all'epigramma, a quella ironia che proprio Betocchi definì "santa". All'inchiesta sulle massime questioni s'alterna o s'accompagna l'inscenamento della vita ora per ora, coi suoi delicati scompensi, i suoi doni indicibili. Così una levità invidiabile per virtù comunicativa addolcisce le tensioni. Parla di sé e naturalmente della sua arte, la Del Serra; non si nasconde quanto le siano necessarie le rime: la chiama "colpi lievi di fulmine tra illusione e realtà, / capricciose formiche della necessità", e spera che l'aiutino a disegnarsi "vera / in quella luce azzurra che fa l'ombra più nera". E il lettore capisce che questo non è un fraseggio oziosamente autoreferenziale ma, al contrario, un prodursi, un esporsi in assoluta autenticità.

Silvio Ramat
8 dicembre 1998


Maura Del Serra con Silvio Ramat e Tiziano Rossi in un caffè di Padova (autunno 2000)



Gli obiettivi ambiziosi del Premio Nazionale di poesia religiosa "Camposampiero" assegnato quest'anno a Maura Del Serra
In quei versi, una tensione di salvezza

        [...] Il Premio 1998 è stato assegnato ieri, giornata centrale della manifestazione, a Maura Del Serra. Saggista, autrice teatrale e traduttrice (di Shakespeare e Proust, tra gli altri) la Del Serra è una voce poetica originale e intensa, che da anni riflette nelle sue opere i temi della spiritualità e del sacro.
        La tensione salvifica presente nella sua poesia e la ricerca della verità si esprimono con un verso raffinato e frequenti richiami biblici, in una dimensione di fede che acquista spesso qualità di conoscenza, di richiamo - guida a trascendere la confusione e l'incertezza del reale. In una lingua ricca di soluzioni musicali, metriche e ritmiche variate, la ricerca dell'autrice si avvicina all'ineffabile: come in una poesia di Infinito presente (Giuntina 1992) dove il maestro così parla ai suoi discepoli: "[...] Il tempo placato in spazio, spazio acceso in coscienza / siate, figli; il viandante al cielo grato / che, senza più saperlo, / colma le creature con la mano che tende, / nutrendo il cuore di libera pace [...]".

Enrico Grandesso
"Il Gazzettino"
9 dicembre 1998



        La giuria del premio nazionale "Camposampiero", concorso biennale di poesia religiosa, ha proclamato vincitore dell'edizione 1998 la poetessa pistoiese Maura Del Serra. La giuria, composta da Ferrando Bandini, Armando Fiscon, Ivo Prandin, Silvio Ramat, Bino Rebellato, Valerio Volpini, ha voluto assegnare il riconoscimento a un'autrice che attraverso i suoi scritti ha saputo interpretare e svolgere le tensioni spirituali e le aspirazioni estetiche sollecitate dal premio[...].

"Poesia"
anno XII, gennaio 1999
Cronache


Premio Nazionale "Fondi la Pastora" per la drammaturgia

Premio Internazionale "Magna Grecia" per la drammaturgia


Consegnati a Taranto i premi della critica '98

        [...] Maura Del Serra - Premio "Magna Grecia" per un testo teatrale. All'interno di una rosa di testi la giuria composta da: Tato Russo (Presidente), Filippo Amoroso, Roberto Barbolini, Pierfrancesco Bruni, Enrico Fiore, Giuseppe Mascolo (segretario), Ugo Ronfani, Umberto Simonetta e Attilio Stazio, ha deciso di assegnare il premio in palio di 5 milioni di lire, con messa in scena al prossimo "Magna Grecia Festival", a Specchio doppio di Maura Del Serra. Con questo lavoro che si richiama alla tradizione shakespeariana della favola onirica Fairy tale, riprendendone anche l'alternanza musicale di arie in versi e recitativi, Maura Del Serra - poetessa, drammaturga, docente all'Università di Firenze - dà una sua personale rivisitazione del mito di Eros e Psiche, visto come ricerca, da parte di Psiche, della propria identità femminile attraverso l'incontro fatale con Eros.

a cura di Anna Cervolo
"Hystrio", n. 4 (1998)



Premio "Magna Grecia" a Maura Del Serra e Specchio doppio andrà sulle scene

        La pistoiese Maura Del Serra con il suo testo teatrale Specchio doppio, ha vinto il premio "Magna Grecia" 1998 assegnatole da una Commissione Giudicatrice presieduta da Tato Russo, Direttore artistico del Teatro "Bellini" di Napoli e del Festival "Magna Grecia" di Taranto, e composta dai critici teatrali dei maggiori quotidiani e periodici italiani. La cerimonia di consegna del Premio ha avuto luogo martedì, 1 settembre, nel Castello aragonese di Taranto, durante una serata di gala allietata da un recital di Lina Sastri. Nel corso della serata sono stati consegnati anche i Premi dell'Associazione Nazionale Critici di teatro al regista Massimo Castri e alla memoria di Sandro Sequi; agli attori Ernesto Calindri e Laura Curino, ai critici Gianfranco Cappitta e Renato Palazzi e ad altre personalità del teatro contemporaneo. Il testo di Maura Del Serra sarà allestito da una primaria compagnia teatrale nazionale per debuttare nel corso del Festival "Magna Grecia" 1999, cui farà seguito la tournée nelle altre piazze italiane.

"La Nazione"
3 settembre 1998


Taranto: Maura Del Serra con Tato Russo nel Castello Aragonese
per ritirare il Premio "Magna Grecia".



Taranto: Maura Del Serra con Ugo Ronfani all'hotel "Delfino"
in occasione del Premio "Magna Grecia".


1999

Premio Nazionale "Ugo Betti" per la drammaturgia


Motivazione per l'assegnazione del Premio "Ugo Betti" al testo teatrale Guerra di sogni di Maura Del Serra

        La Giuria - composta da Hugette Hatem Weil, Mario Guidotti, Alfredo Luzi, Leonardo Mancino, Franco Musarra, Giuseppe Neri, Alberto Sensini, presieduta da Giovanni Antonucci - ha assegnato il Premio "Betti" (XI edizione) a Guerra di sogni di Maura Del Serra con la seguente motivazione: "Il dramma, con un sapiente uso dell'ironia e in un linguaggio che coniuga tradizione e innovazione, rappresenta la crisi dei valori di fronte all'egemonia totalizzante della civiltà tecnologica".



Premi Betti a Del Serra e Benedetti

        Il premio Ugo Betti della Città di Camerino è stato assegnato alla poetessa toscana Maura Del Serra e all'attrice Francesca Benedetti interprete di Il vento notturno e La regina degli insorti. Negli anni precedenti i premiati sono stati Chiusano e Luzi, Moriconi e Pani.

Agorà, in "Avvenire"
mercoledì 24 marzo 1999



A Maura Del Serra il Premio "Betti"

        La poetessa Maura Del Serra ha vinto la XI edizione del Premio "U. Betti" per la drammaturgia con il testo teatrale Guerra di sogni.
La commissione giudicatrice composta da critici, operatori teatrali e intellettuali italiani, francesi e belgi, ha inoltre assegnato un premio all'attrice Francesca Benedetti per le sue interpretazioni bettiane. Nel corso della cerimonia di premiazione che ha avuto luogo nel teatro "Marchetti" di Camerino, è stata annunciata anche la imminente pubblicazione dell'edizione critica di tutta l'opera poetica di Ugo Betti.

"La Nazione", 23 marzo 1999
"Il Tirreno", 23 marzo 1999



Camerino: Maura Del Serra nel teatro "Marchetti" per ritirare il Premio "U. Betti"


Assegnato a Camerino il Premio Betti per la drammaturgia

        Il Premio Ugo Betti per la drammaturgia è stato assegnato a Maura Del Serra per Guerra di sogni, pièce sulla crisi di valori della fine di questo secolo di fronte all'egemonia della civiltà dei computer. La giuria, presieduta da Giovanni Antonucci, ha poi segnalato le opere di Maria Pia Daniele, Enzo Giacobbe, Raffaele Manna, Mauro Pezzati e Mario Mattolini. La medaglia del presidente della Repubblica è stata attribuita a Giochi di famiglia di Claudia Poggiani e Rosy Gargiulo. Il premio Betti per l'interpretazione è andato a Francesca Benedetti, sottile e raffinata interprete de Il vento notturno e La regina degli insorti, messi in scena da due maestri della regia come Orazio Costa e Krzysztof Zanussi.

Sipario, in "Il Giornale"
lunedì 29 marzo 1999



Premio "Ugo Betti" XI - Edizione 1999

        Nel Settembre 1998 è stato bandito l'undicesimo premio "Ugo Betti" per la drammaturgia, la scenografia e l'interpretazione. Ampia e intensa è stata la diffusione del bando attraverso le riviste specializzate e gli altri mezzi di comunicazione.
        Le richieste di informazioni provenienti dalla Sicilia come dal Piemonte, testimoniano che ormai il premio "Ugo Betti" ha veramente raggiunto risonanza nazionale. Il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, ha concesso l'Alto Patronato e la medaglia d'argento. La Compagnia del Teatro stabile di Ancona, sotto la regia di Ninni Bruschetta, ha preparato e rappresentato, al Teatro "Filippo Marchetti", a conclusione della cerimonia finale del Premio e in prima nazionale, Corruzione a Palazzo di Giustizia.
        La Giuria, presieduta da Giovanni Antonucci e composta da Mario Guidotti, Alfredo Luzi, Leonardo Mancino, Franco Musarra, Giuseppe Neri, Hatem Weil Huguette, Alberto Sensini, ha assegnato il Premio "Betti" (XI edizione) a Guerra di sogni di Maura Del Serra con la seguente motivazione: "Il dramma, con un sapiente uso dell'ironia e in un linguaggio che coniuga tradizione e innovazione, rappresenta la crisi dei valori di fronte all'egemonia totalizzante della civiltà tecnologica".
        La commissione giudicatrice composta da critici, operatori teatrali e intellettuali italiani, francesi e belgi, ha inoltre assegnato un premio all'attrice Francesca Benedetti per le sue interpretazioni bettiane. Nel corso della cerimonia di premiazione che ha avuto luogo nel teatro "Marchetti" di Camerino, è stata annunciata anche la imminente pubblicazione dell'edizione critica di tutta l'opera poetica di Ugo Betti.
        La giuria ha poi segnalato le opere di Maria Pia Daniele, Enzo Giacobbe, Raffaele Manna, Mauro Pezzati e Mario Mattolini. La medaglia del presidente della Repubblica è stata attribuita a Giochi di famiglia di Claudia Poggiani e Rosy Gargiulo.
        Il premio Betti per l'interpretazione è andato a Francesca Benedetti, sottile e raffinata interprete de Il vento notturno e La regina degli insorti, messi in scena da due maestri della regia come Orazio Costa e Krzysztof Zanussi.


2000

Premio Nazionale "A. Negri" per la poesia


Oltre 900 i partecipanti al prestigioso concorso di poesia:
cerimonia alla presenza di Mario Luzi
Pioggia di premi per Ada Negri
Due saggisti ex aequo, ad un angolano quello religioso


        "Nulla si estingue di ciò che è stato veramente vivo. Così è la poesia, che sopravviverà finché resterà viva l'umanità, ossia la natura più profonda dell'uomo". Questo l'auspicio formulato da Mario Luzi, uno tra i maggiori poeti del Novecento, a Lodi per la cerimonia di assegnazione del Premio Internazionale di Poesia "Sulle orme di Ada Negri". Organizzato dall'Associazione "Poesia, la vita", il premio ha visto la partecipazione di centinaia di poeti da tutto il mondo. [...] Sono risultati premiati nomi importanti della cultura italiana: il primo premio è andato ex aequo alla toscana Maura Del Serra (docente universitaria, critica e traduttrice, ha già pubblicato diversi volumi di poesie) e a Massimo Scrignoli, ferrarese, anche lui saggista e traduttore oltre che poeta [...].

Annalisa Degradi
"Il Cittadino", 1 ottobre 2000



Nel solco di Ada Negri radicata alla sua terra
Mario Luzi ha consegnato i riconoscimenti per la poesia nella città che diede i natali a un'autrice per lo più dimenticata


        [...] Ieri, il tempio [la chiesa romanica di San Francesco in Lodi] è stato la suggestiva sede della cerimonia conclusiva del Premio internazionale di poesia "Sulle orme di Ada Negri".
        Oltre 900 componimenti giunti un po' da tutto il mondo che ha visto vincitori ex aequo Maura Del Serra di Pistoia e Massimo Scrignoli di Ferrara. Per la sezione speciale a tema religioso "Giubileo 2000" ha vinto un giovanissimo poeta angolano, Santo Francisco Antonio Alvaro [...].

Andrea Maietti
"Il giorno", 1 ottobre 2000



Poesia, la vita.
Sabato 30 settembre si è svolta la premiazione del Concorso Internazionale di poesia "Sulle orme di Ada Negri". Più di 900 i componimenti di autori provenienti da ogni parte del mondo.


        "Nulla si estingue di ciò che è stato veramente vivo. Così è per la poesia, che sopravvivrà finché resterà viva l'umanità, ossia la natura più profonda dell'uomo. Questo è l'auspicio formulato da Mario Luzi a Lodi, sabato 30 settembre. Mentre a Gerusalemme pietre ed armi insanguinavano la città con numerosi morti e feriti, nella città di Lodi, nel tempio di S. Francesco, dove è sepolta Ada Negri, si è svolta la premiazione del Concorso Internazionale di poesia "Sulle orme di Ada Negri".
        Nella stesura di una cronaca risulta facile riferire gli avvenimenti, mentre non è altrettanto facile rendere la magia di una atmosfera che avvolge relatori e ascoltatori. Se il presentatore porta il nome del giornalista Rai Giuseppe de Carli e i relatori quello del poeta Mario Luzi e di S. E. Mons. Pierfranco Pastore, segretario generale del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, già si può immaginare il tono elevato assunto dalla manifestazione, che riveste un ruolo centrale nella promozione della cultura e della solidarietà. Infatti ad essa è legata una iniziativa a favore del Centro di Incontro per persone handicappate, sostenuto dal Lions Club Lodi Europea.
        Se il primo scopo [del Lionismo] è "Creare e stimolare uno spirito di comprensione fra i popoli del mondo", questo Concorso Internazionale ha registrato più di 900 componimenti di autori provenienti da ogni parte del mondo, dalla Gracia all'Angola, dall'Ungheria al Canada. È significativo che il primo premio per la sezione religiosa [...] è stato assegnato ad un giovane angolano, Santo Francisco Antonio Alvaro [...].
        Tra le poesie vagliate dalla Giuria del Premio "Sulle orme di Ada Negri" sono risultati premiati nomi importanti della cultura italiana: il primo premio è andato ex aequo alla toscana Maura Del Serra (docente universitaria, critica e traduttrice, che ha già pubblicato diversi volumi di poesie) e a Massimo Scrignoli, ferrarese, anche lui saggista e traduttore oltre che poeta.
        [...] La cultura, una componete essenziale della vita, faceva scrivere a Dante che il fine dell'uomo è quello di "seguire virtute e conoscenza". In questa impresa ogni Lions, e non solo il Lodi Europea, è chiamato ad occupare la prima linea per favorire la crescita in umanità di questo nostro pianeta.
        Chi ha avuto la fortuna di essere presente alla manifestazione (la Chiesa di S. Francesco era gremita) troverà piuttosto scarsa questa relazione. chi non c'era, probabilmente ha seguito il servizio mandato in onda dalle tre reti televisive nazionali.
        Per tutti vale la consapevolezza che l'affermazione di Ada Negri "la poesia è l'anima del mondo" rivive nella presente iniziativa di "Poesia, la vita".

Virginio Andena
"Vitalions", 2, 31 ottobre 2000


Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri


I meriti poetici di Maura Del Serra le valgono il "premio della cultura"

        ROMA - Importante riconoscimento istituzionale per la poetessa e drammaturga pistoiese Maura Del Serra. Infatti, la commissione incaricata dalla presidenza del consiglio dei ministri di esprimere i pareri in merito all'assegnazione di premi e sovvenzioni a favore di scrittori, editori, librai, grafici e traduttori, ha deciso all'unanimità di assegnarle "per la pregevole attività nel settore della poesia", uno dei "premi della cultura" per il 2000.
        L'attività di Maura Del Serra - docente di letteratura italiana moderna e contemporanea alla università di Firenze - è poliedrica e spazia - non casulamente - in tutti i campi segnalati dal riconoscimento ottenuto in sede di consiglio dei ministri. Un'attività, dunque, di scrittrice e curatrice di opere importanti che spesso le è valsa importanti riconoscimenti: i premi "Traiano", "Ceva", "Ceppo-Proposte", "Dessì", "Gatto", "De Libero", "Città di Catanzaro", "Camposampiero", "Ada Negri", il premio internazionale "Eugenio Montale" per la poesia, il "Tagliacozzo" per la critica letteraria, il "Carlo Betocchi" per la traduzione e una serie di premi per il teatro: il "Giangurgolo", il "Fondi-La Pastora ", il "Magna Grecia", l'"Ugo Betti" e il più importante, quello dedicato all'indimenticabile "Ennio Flaiano".
        Oltre che compositrice originale - dall'Arco ai Versi per la danza, dalla critica ai Canti orfici, ai saggi su Borges, Landolfi, Pasolini e mille altri e ai testi di autori toscani e non curati per case editrici pistoiesi e fiorentine (soprattuto "Via del Vento" e "Le Lettere"), da La Minima pubblicata su "Hystrio" nell'89 agli inediti teatrali Eraclito e Guerra di sogni, con decine e decine di titoli pubblicati - la Del Serra è traduttrice dal tedesco, inglese, francese e spagnolo (Virginia Woolf, Doroty Parker, Shakespeare, Proust, Lawrence, Else Lasker-Schüler fra gli autori più frequentati oltre a tanti altri), ma è anche lei stessa pubblicata in diversi paesi: Inghilterra, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Russia, Svezia; ha partecipato anche a readings e festival in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Svezia e USA.

"La Nazione", 6 dicembre 2000


2002

Premio Nazionale "Casentino" per la poesia


Premio d'Onore "Casentino" 2002 per la Poesia a Maura Del Serra (Poppi, 30 giugno 2002)

        Motivazione:

        Il profilo intellettuale di Maura Del Serra (pistoiese, docente di letteratura italiana contemporanea nell'Università di Firenze) si caratterizza tempestivamente in una sua fertile complessità fin dagli studi giovanili su Dino Campana e su Clemente Rebora, ai quali s'accompagnano indagini su vari altri scrittori del Novecento italiano ed europeo, da Pascoli a Proust, da Ungaretti alla Woolf, da Boine a Borges, dalla Guidacci alla Lasker-Schüler. Frattanto, nel 1978, esce il primo libro di versi, L'Arco, che ritroveremo antologizzato in Corale (1994) unitamente a raccolte come La gloria oscura (1982), Concordanze (1985), Meridiana (1987), Infinito presente (1992), Sostanze (1992).
        Ma la Del Serra ha al suo attivo anche una serie di felici traduzioni, da ben quattro lingue (tedesco, inglese, francese e spagnolo) e, accentuata in questi ultimi anni una produzione teatrale, di cui basti citare esemplarmente La Fenice (1990) e Agnodice (1998). Insomma, una vastità di registri, che si moltiplica ancora nei "versi per la danza" inseriti nella raccolta del 1999, Adagio con fuoco, dove per altri aspetti si confermano le doti della precedente (1997), L'età che non dà ombra. L'ampiezza di questa ispirazione potrebbe in parte spiegare come mai il nome della Del Serra abbia goduto fino ad oggi di una considerazione assai alta ma limitata a una cerchia di lettori specialisti, al cui interno si collocano in primo luogo alcuni suoi prefatori, da Mario Luzi a Claudio Varese ad Anna Dolfi.
        Certo la superficialità del "sistema" culturale dei nostri giorni, avvezzo a schedare l'effimero e il clamoroso, non è l'optimum perché abbia un riconoscimento adeguato l'appassionata, coinvolgente ricchezza di una vocazione poetica come quella di Maura Del Serra, che rimette in questione ogni volta i valori e le tradizioni dell'antico e del moderno, sia pur senza compromettere la perspicuità e la comunicativa del linguaggio in cui tale processo si risolve. Il Premio "Casentino" 2002 assegnato a Maura Del Serra vuol segnalarne dunque la forte personalità intellettuale e creativa, la poesia nutrita di un pensiero che attinge al Logos classico e cristiano ma anche ad altre fonti filosofiche, letterarie e religiose, sul postulato che ciascun elemento di questo sapere, ideare e vivere è unito agli altri in una formale e sostanziale armonia.


2003

Premio Nazionale "Teatro e Musica" per la drammaturgia


2004

Premio Internazionale "Rosso di San Secondo" per la drammaturgia europea


2005

Premio Nazionale "A. Spallicci" per la poesia


Premio "Aldo Spallicci", XVIII Edizione

Primo premio a Maura Del Serra, Congiunzioni. Ventiquattro poesie inedite, Pistoia, Petite Plaisance, 2004

        Motivazione della Giuria:

        La poesia di Maura Del Serra, artista della parola e apprezzata docente universitaria nella Facoltà di Lettere di Firenze, è giunta con Congiunzioni. Ventiquattro poesie inedite a un grado di alta maturità, in coincidenza con la tensione luminosa e incandescente di un periodare poetico, mai così denso di ragioni dell'intelletto e del cuore. Una rara fusione di esperienze intellettuali ed esiti di un lungo viaggio spirituale si manifesta in un libro minuscolo eppure ricchissimo che brilla come una perla incastonata in una vita di studio e di ricerca. L'etica della poesia, la religiosità di un cammino, l'arcano soffio dei miti antichi, l'angoscia che sulla sferica terra durino guerre e massacri senza fine, iniquità e fame, danno a queste liriche, innervate nella mente e nell'anima, una complessità tematica fondata sulla cronaca del tempo e un fascino di inattuali lontananze, segno di una loro finalità e funzione, di canto e di testimonianza, necessari entrambi al nostro dissipato presente.

Per la Giuria del Premio "Aldo Spallicci"
Marino Biondi


Premio Internazionale "G. Gozzano" per la poesia


2007

Premio Nazionale "Città di Adelfia" per la poesia


"Premio Città di Adelfia" XXIII edizione
Motivazione della Giuria per L'opera del vento di Maura Del Serra
I classificato "Premio Città di Adelfia" 2007

        L'opera del vento di Maura Del Serra raccoglie quarant'anni di poesia - dalle prime sillogi legate alla suggestione della musicalità e ad una dimensione ermetico-sacrale, ovvero di un linguaggio in cerca dell'illuminazione e dell'approdo al mito, alle più recenti che si effondono in ritmi più narrativi e sapienziali, intrisi di una laica e suadente spiritualità e più collegate al fluire del quotidiano. Si tratta di un'opera complessiva di grande levatura, che conferma la Del Serra come una delle voci più alte della poesia italiana di questi anni.

Adelfia (Bari)
4 novembre 2007


Premio Nazionale "S. De Risio" per la poesia


Relazione del Presidente della Giuria del Premio "Sergio De Risio"

        L'opera del Vento di Maura Del Serra e Disturbi del sistema binario di Valerio Magrelli sono apparsi i due libri che più fortemente rispondevano ai requisiti richiesti dal Premio "Sergio De Risio". Infatti i testi della Del Serra e di Magrelli, oltre all'evidente rilevanza in termini di "poeticità", si impongono anche per un altrettanto evidente livello di "contenuto" riconoscibile per la componente di pensiero o di "filosoficità", intesa in senso lato, sul piano dell'espressione, dalla ricerca dei processi di trasformazione e di traslazione dei linguaggi filosofici e scientifici in linguaggi poetici, al consolidarsi di un vero e proprio pensiero poetante con le sue dinamiche adeguate ad esprimere sia l'immaginario che il reale, tipici dell'epoca della complessità, come punto-fulcro della odierna creatività, secondo le indicazioni contenute nel pensiero, nelle idee e nel quotidiano fervido impegno intellettuale di Sergio De Risio che tutti ben ricordiamo.
        In particolare la poesia di Maura Del Serra entra con una sua consolidata compattezza all'interno di questa prima edizione del Premio De Risio e non solo perché viene premiato un libro in cui vengono riprodotte tutte le opere pubblicate dal 1965 al 2005.
        Quella di Del Serra è infatti l'opera di una autrice in cui la naturalezza espressiva del canto coincide pienamente con una sempre crescente ricerca speculativa rivolta all'orizzonte del senso immanente e metafisico dell'esistenza [sulle tracce di una filosofia che ha in Nietzsche e nell'ultimo Heidegger dei sicuri punti di riferimento] e che ha alimentato la sua ansia di conoscenza e la sua nostalgia mistica attraverso la familiarità con la poesia di Dino Campana e di Clemente Rebora, autori sui quali la Del Serra ha lavorato a lungo, e con i grandi maestri del pensiero poetante occidentale (Angelus Silesius, Inés de la Cruz, Hölderlin, Novalis, Emily Dickinson, Arthur Rimbaud, Trakl, Rainer Maria Rilke, T.S. Eliot, Simone Weil, Paul Celan) ed orientale (i Sufi, i testi induisti e buddisti).
        Nella bibliografia di cui gode quest'opera ritroviamo l'indicazione di questi nomi in una recensione di Pietro Civitareale a La gloria oscura del 1983: "Sarò cerchio perpetuo di lume / scritto nel punto oscuro sentirò / pendere a quella maglia senza rete ogni volo / che ridiranno mio: qui sigillata / in riposo di spine Esmesuranza / generarmi vedete" (Jacopone da Todi).
        A ragione Donato Valli ha inoltre incluso la poesia di Del Serra nel filone della poesia orfica italiana, che ha le sue radici in Dino Campana e si svolge in diversificati sviluppi attraverso le figure di Rebora, Onofri, Comi, Pierri, per pervenire, aggiungo io, alla esperienza del neorfismo dei vari Mussapi e De Angelis, di cui però Del Serra non condivide la scarnificazione dei motivi, la rarefazione formale e la secchezza del timbro. Infatti la poesia di Del Serra è sempre percorsa da una tensione del "pensiero poetante" tanto caro a De Risio (Patrizia Girolami la definisce "poesia pensante", giocando sul chiasmo che deriva dalla messa in relazione tra queste due dimensioni della conoscenza) e per questo è sempre elaborazione di forme e di contenuti, non appagandosi mai di annodare i nastri delicati di quella stoffa lieve che è la materia poetica e cercando incessantemente di comporre una tessitura articolata e composita entro cui esprimere il risultato di una meditazione o il travaglio di una intuizione.
        Quello di Del Serra è infatti un "linguaggio-costruzione e come tale aperto ad ogni accesso cogitativo, nella convinzione che la poesia è pensiero che si attua per mezzo di immagini" ovvero "un determinato modo di pensare e di conoscere"; è "un linguaggio che si sostanzia continuamente dei termini insieme filosofici e sapienziali della metafisica occidentale e della tradizione biblica ma con in più un orfico fiammeggiamento dei luminosi moti dell'anima contemplativa" (Bàrberi Squarotti), in cui l'inserimento di richiami culturali e di elementi poetici serve ad alimentare la tessitura articolata di cui parlavamo, in un continuo arricchimento di immagini, allusioni, allegorie che nella loro profusione realizzano una sempre maggiore adesione allo sfondo dell'ignoto e una densità compenetrata di quell'intus legere, di quella intelligenza dell'oltre e del trascendente di cui la poesia si fa qui espressione formalmente compiuta.
        Per questo, a ragione, Giorgio Bàrberi Squarotti ha integrato il riferimento alla linea orfica con quello alla corrente simbolista e soprattutto a quella sintesi peculiare tra ermetismo e simbolismo realizzata da Mario Luzi in Primizie del deserto e Onore del Vero. Bàrberi Squarotti conclude dicendo che "sublimità lirica e funzione conoscitiva e rivelativa della poesia coincidono" in questa opera così intensa, aperta ad una continua riconfigurazione delle metafore e dei correlativi dell'ignoto.
        Questa speciale competenza di designare l'invisibile con le forme della visione e del linguaggio si esprime in una confessione fluente, mai interrotta e singhiozzante, in cui l'ardore lirico e la effusione del sentimento non sono mai irretiti. Il controllo dell'emozione non avviene all'interno del foro interiore dell'anima, ma viene agito nella consequenzialità di una sintassi vigilata e orchestrata, in cui niente è lasciato al caso o all'impeto lirico. La saldezza della dizione, la ricerca del lessico generano una poesia dal timbro fermo e sicuro in cui si avverte sempre il marchio della provenienza della Voce dell'autrice, una Voce che si sente vibrare anche attraverso i cambiamenti di stile e le manipolazioni di genere che la Del Serra compie lungo tutto il suo itinerario.
        Come è stato notato, infatti, questi cambiamenti stilistici hanno tutti a che fare con il dinamismo e le metamorfosi di un'unica "riflessività dell'io" in cui "1a mobilità degli scenari e della testualità, trovano esatte corrispondenze". Soprattutto nelle ultime opere, da Infinito presente a Congiunzioni del 2004 assistiamo ad una ampia gamma di effetti linguistici: sonorità, allocuzioni, ossimori, iterazioni e ritorni, consonanze e dissonanze, contrasti ed affinità di toni, varietà dei metri e della versificazione sorreggono una teatralizzazione dell'esistenza che dissemina gli umori della soggettività, e della interiorità, nell'oggettività dello spazio, delle presenze e degli eventi; i personaggi, gli oggetti, gli accadimenti naturali formano nella poesia della Del Serra un corpus unitario in cui l'io si riflette e col quale si confronta e dialoga. Questo continuo riportarsi dell'io e delle cose, del soggettivo e dell'oggettivo, della parte e del tutto, conferisce alla sua poesia una notevole valenza drammaturgica, confermata, del resto, con spiccata autonomia creativa, da opere come La minima, L'albero delle parole, La fonte ardente, La Fenice, Agnodice, Andrej Rubljòv.
        In un articolo apparso sulla rivista "Michelangelo" nel 1993, Patrizia Girolami ci fornisce dei dati. "Poesia pensante" dunque, nutrita della migliore tradizione, che varca la soglia fra il limite e l'oltre, in una sintassi ampia e dialogante - quasi 'confessione' alla presenza non solo del lettore, suggerita da echi agostiniani ("Sero te amavi - Tardi ti ho amato, / bellezza tanto antica e tanto nuova") - fatta voce e consapevolezza dell'umana vicenda. Il tessuto compositivo ha la preziosa levità di una filigrana intravista sotto la scorza del divenire e la cristallina trasparenza di attimi sorpresi in luminose apparizioni e disvelamenti. Trasfigurazioni, appunto. Come nell'episodio evangelico, ben presente alla fantasia creativa dell'autrice che lo trasforma in logo simbolico dell'intera raccolta ("Sulla croce del tempo, in ogni punto tramata / dai curvi rampicanti della gioia, / sta la vita distesa, con il capo / sulla guancia del cielo e i piedi uniti / alle radici della terra: gioca / e ride e piange, mentre il sole muta / il suo pallido sangue in vino ardente / e il suo cuore di carne / in pulsare di stella trasparente"): la trasfigurazione è epifania di luce. Lo stesso chiarore taborico, messaggero di Verità, promana dai versi diafani e albescenti dell'Infinito presente. Ma la poesia della Del Serra è poesia di luce e ombre, di luce colta nei riflessi dell'ombra, nella traccia terrestre lasciata dalla pesante sagoma della vita o nei bagliori che si staccano, come da specchi, dalla porosità palpitante degli oggetti: "Solo la luce può creare l'ombra / [...] ma solo l'ombra può / viaggiare verso il colore e le forme" (Elogio dell'ombra in luce).
        Talora, chi si prenda troppa confidenza con l'Assoluto corre il rischio di un'ascetica scarnificazione e di un dolente (luttuoso) contemptus mundi. Non così per la Del Serra, il cui sguardo abbraccia con simpatia l'intero spettacolo dell'esistenza, fino all'esultanza per la sua umbratile corposità: "Felicità del limite, che tieni / l'anima smisurata chiusa nei santi affetti" (Sero te amavi, cit.). L'Eterno ha bisogno del Tempo, la Divinità suprema del Demiurgo "maldestro" e ingannatore; e il respiro metafisico, che pure alita dalla pagina, sgorga dal cuore stesso delle cose divenute intermittenze e ricettacoli dell'Essere: "Dentro la vita eterna delle piccole cose, / l'indistruttibile bisbiglia / [...] minimi pulsar del divino esploso / in memoria d'umano" (Gli oggetti).
        Insomma un vero pensiero poetante, la cui poetica viene chiaramente e consapevolmente elaborata, come possiamo evincere anche da La mente, uno dei testi più concentrati e sublimi che il poeta abbia composto, sempre come in una visione avuta con l'assistenza della "mente", perché la poesia si propone anche come discorso a Dio sul mondo, rivelazione della condizione degli uomini e delle cose in una dialettica, in questo caso, di creazione divina e di creativa risposta dell'uomo con l'invenzione della parola.
        [...]
        Una conclusione. Questo premio intitolato alla memoria di Sergio De Risio ha trovato due vincitori che idealmente si connettono alla tematica del pensiero poetante tanto cara all'amico Sergio. Il volume Anastrofe scritto tra il 1983 e il 1986 e il volume Metamorfosi virtuali sono i luoghi in cui si sviluppa questa poetica di De Risio. Qui troviamo dei versi significativi che esprimono la varietà delle possibilità del pensiero poetante:

Pensieri di un pensiero che dirami
mentre scivola l'alba sul battello
e che inseguono cifre inabitali
come bimbi le gocce del ruscello
e il moto.
        E ancora:
Corpi, numeri, parole, tratti puri
maniacalmente in danza presso il centro di muri
inesistenti, già disciolti, già sabbia sotto il pelo
dell'acque miti, immobili, in uniforme velo.
        De Risio ci mostra come la tematica del pensiero poetante non consiste solo nella ricerca speculativa e nella esposizione di un ragionamento in forma poetica. Il pensiero è poetante proprio perché coincide con uno sforzo creativo di elaborazione del linguaggio, che viene manipolato per esprimere tutte le sue tensioni.
        I due vincitori di questa edizione del premio esprimono compiutamente, ognuno per sé, una delle due dimensioni del pensiero poetante: Maura Del Serra esprime la dimensione più simbolico-metafisica, mentre Magrelli una dimensione più linguistico-plastica attenta al materialismo della parola e alla mescolanza dei giochi linguistici.
        [...]
        E in questo modo la lezione di De Risio trova stasera due rispecchiamenti molto diversi, spesso antitetici fra di loro, ma esprimenti la multidimensionalità di quel pensiero poetante cui è idealmente intitolato il nostro Premio. Pensiero poetante che unisce il simbolo ideale e l'espressione linguistica materiale in elaborazioni sempre nuove e impreviste.

Renato Minore
Scerni (Chieti), 28 agosto 2007



Maura Del Serra al Premio Nazionale "S. De Risio".


2008

Premio Internazionale "L'Aquila 'L. Bonanni'" per la poesia


Motivazione per l'assegnazione del Premio "L'Aquila 'Laudomia Bonanni'" a Maura Del Serra per il volume L'opera del vento. Poesie 1965-2005

        Con L'opera del vento viene premiato un libro che riunisce tutte le raccolte pubblicate da Maura del Serra dal 1965 al 2005. La poesia di Del Serra è sempre percorsa dalla tensione del pensiero poetante: si potrebbe definire "poesia pensante" giocando sul chiasmo che deriva dalla messa in relazione tra queste due dimensioni della conoscenza, non appagandosi mai di annodare i nastri delicati di quella stoffa lieve che è la materia poetica e cercando incessantemente di comporre una tessitura articolata e composita entro cui esprimere il risultato di una meditazione o il travaglio di una intuizione. Un linguaggio-costruzione e come tale aperto ad ogni accesso cogitativo, nella convinzione che la poesia è "pensiero che si attua per mezzo di immagini" ovvero "un determinato modo di pensare e di conoscere"; è - come è stato osservato da Giorgio Barberi Squarotti - "un linguaggio che si sostanzia continuamente dei termini insieme filosofici e sapienziali della metafisica occidentale e della tradizione biblica ma con in più un orfico fiammeggiamento dei luminosi moti dell'anima contemplativa". L'inserimento di richiami culturali e di elementi poetici serve ad alimentare la tessitura articolata in un continuo arricchimento di immagini, allusioni, allegorie che nella loro profusione realizzano una sempre maggiore adesione allo sfondo dell'ignoto e una densità compenetrata di quell'intus legere, di quella intelligenza dell'oltre e del trascendente di cui la poesia si fa qui espressione formalmente compiuta, anche attraverso i cambiamenti di stile e le manipolazioni di genere che la Del Serra compie lungo tutto il suo itinerario.

L'Aquila, 18 ottobre 2008



Maura Del Serra con il marito all'Aquila.


Premio Nazionale "Valtellina Sertoli Salis" per la poesia


Motivazione per l'assegnazione del Premio "Valtellina Sertoli Salis" a Maura Del Serra per il volume L'opera del vento. Poesie 1965-2005, ex aequo con Mario Santagostini per il volume Versi del malanimo, Milano Mondadori, 2007

        Maura Del Serra raccoglie in questo libro il suo lavoro in versi di quarant'anni. C'è in questa poesia il segno, libero quanto inconfondibile, della tradizione toscana del Novecento, cui va aggiunta un'ampiezza di sguardo e di esercizio che spazia verso la traduzione, la saggistica, la scrittura teatrale. Mario Luzi ha parlato a questo proposito della appartenenza a "un filone profondo che attraversa la cultura e l'arte europee al di là dei confini linguistici e temporali". Questo libro esibisce infatti una complessità e ricchezza di risorse culturali approdate a una poesia pensante eppure non autoreclusa, riflessiva e eletta ma sempre distesa verso un obiettivo relazionale, avida di intimità ma mai condizionata dall'intimismo. Gli interessi sapienziali dell'autrice, lo spessore religioso della sua formazione, propongono stimolanti incursioni entro una rete di significati: primo tra questi il libero interrogarsi sull'assoluto e sulle sue forme di complessità, su una ipotesi di misticismo quale espansione della coscienza di sé. La singolare tenuta su una intonazione di stile medio-sublime, un permanente stato di grazia stilistico, non impediscono però a questa poesia, soprattutto negli anni più recenti, di dare vita anche alla complicità di un'ironia conciliante e creaturale, e contemporaneamente a forme convincenti di teatralizzazione del testo.

Sondrio, 7 novembre 2008



Sondrio: Maura Del Serra ritira il Premio "Valtellina - Sertoli Salis"


2009

Premio Nazionale "G. Viggiani" per la poesia



2010

Premio "Camaiore speciale alla carriera"

A Maura Del Serra premio alla carriera

        PISTOIA. Assegnata a Maura Del Serra l'edizione 2010 del premio "Camaiore speciale alla carriera". La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento avrà luogo sabato 11 settembre 2010 alla sala congressi dell’Hotel Dune a Lido di Camaiore. Nella stessa occasione verrà consegnato il premio internazionale "Camaiore" al poeta nicaraguense Ernesto Cardenal e all'irlandese Seamus Heaney, già insignito del Premio Nobel 1995. Tutta l'opera poetica di Maura Del Serra è raccolta nei due volumi: L'opera del vento, Venezia, Marsilio, 2006 e Tentativi di certezza, Venezia, Marsilio, 2010.

"Il Tirreno", 19 maggio 2010



2011

Premio Nazionale "A. Tassoni" per la poesia

Premio Internazionale "Mario Luzi" per la poesia

Premio Nazionale "Lionello Fiumi" per la poesia