Vicende degli e-books / 7



 

Qui non è più questione di qualche libro in scatola: con attrezzature di questo genere si dispone (dovunque siamo) di tutto quello che esiste in internet, con tutte le potenzialità interattive proprie della rete delle reti.

Orbene, io ragiono così: se adesso in un trimestre si vendono 421.955 e-books destinati (almeno come prima istanza) alle mediocri periferiche attualmente disponibili (o a periferiche sostitutive) e a prezzi ancora mostruosamente alti per il loro intrinseco valore (le spese di produzione e di diffusione degli e-books sono irrisorie), che cosa succederà quando (fra pochissimo) le periferiche, anziché 900 grammi, ne peseranno 100 e disporranno, non di 8 meschini Mb di memoria, bensì di 8 Gb, e sarà possibile scegliere, non fra migliaia (in Italia poche centinaia), ma fra milioni di titoli immediatamente disponibili? Che cosa succederà quando i nostri nipotini, cresciuti con il cellulare in tasca e con la playstation in camera, faranno acquisti?

Ma - a pensarci bene - il discorso non è futuribile: il libro, cartaceo o elettronico che sia, non esiste nel futuro. I nostri nipotini saranno degli analfabeti di ritorno.

Per noi bibliofili sarà un piacere essere lontani dalla calca e in eletta compagnia.


 

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