Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: per essere un buon docente non è necessario usare gli ipertesti.
È certo che si può lavorare in modo ipertestuale senza saperlo e non facendo uso del computer, ed anche una prassi legata alla tradizione può essere piú educativa di uno sperimentalismo velleitario. È però altrettanto certo che chiudere l'esperienza docente all'informatica (e in particolare all'uso degli ipertesti) rappresenta, per la scuola e per tutte le sue componenti, un rischio notevole di sradicamento rispetto allo sviluppo sociale. Tanti e tali sono i vantaggi che l'uso dell'informatica comporta in ogni campo del lavoro, che la questione non è decidere se sia opportuno o meno introdurla anche all'interno della didattica. La questione centrale per gli educatori è «se la scuola del futuro utilizzerà lo stesso curriculum, facendo ricorso ai computer per migliorare la qualità del lavoro, o se assisteremo ad un radicale cambiamento in ciò che si insegna e si impara a scuola». Pensare che la diffusione degli ipertesti possa condurre in tempi brevi a radicali cambiamenti è assolutamente utopistico: al di là di esperienze importanti, ma ancora marginali, sia l'arretratezza tecnologica di tante scuole, sia la scarsa disponibilità all'aggiornamento di molti docenti, non consentono di essere ottimisti. L'ipotesi piú realistica è che se aumenterà molto rapidamente la domanda e la disponibilità di informatica all'interno della scuola, non altrettanto rapidamente aumenterà il suo uso effettivo come componente fondamentale del processo educativo. È però importante «avvicinarsi» fin da oggi al computer anche soltanto per migliorare la qualità del lavoro, non dimenticando che - sia pure a lungo termine - l'uso diffuso dei supporti informatici ipertestuali può davvero condurre ad una riconfigurazione dei metodi di insegnamento.

Come abbiamo detto, non tutti gli ipertesti sono uguali: dunque, prima di scegliere un software ipertestuale per utilizzarlo a scuola, dovremo chiederci che cosa intendiamo realizzare, con chi, e per chi.
I sistemi chiusi sono piú adatti quando: In genere gli ipertesti chiusi sono piú adatti per gli alunni della scuola elementare, per i quali l'aspetto cognitivo non può prevalere sull'aspetto ludico rappresentato dall'utilizzo stesso dell'ipertesto.
La necessità di programmazione rappresenta un ostacolo - oltre che al coinvolgimento degli alunni alla fase piú propriamente informatica di realizzazione del progetto - alla diffusione di massa dei sistemi autore ipertestuali chiusi, in quanto presupporrebbe la presenza di una classe docente con una professionalità diversa da quella attuale, o una diversa organizzazione curriculare della nostra scuola. Il fatto che sparsi sul territorio nazionale ci siano insegnanti dotati di competenze informatiche tali da riuscire a realizzare prodotti anche molto interessanti, è certamente testimonianza del loro impegno e delle loro capacità, ma non elimina il dubbio se sia possibile andare oltre le meritorie (e non riconosciute) esperienze individuali.


IMPLICAZIONI SUL PIANO DIDATTICO DEI SOFTWARE IPERTESTUALI APERTI


Anche se in Italia l'uso di software ipertestuali chiusi è molto piú diffuso di quelli aperti, questi ultimi sembrano piú adatti a divenire parte integrante del processo educativo, soprattutto nelle scuole medie di secondo grado e nelle università. Pur richiedendo al lettore un tempo maggiore di familiarizzazione (per la quantità degli strumenti a disposizione), lo liberano dalla necessità di conoscere il linguaggio di programmazione e quindi risultano di piú facile uso su larga scala. Negli Stati Uniti, dove l'impiego degli ipertesti è una realtà ormai consolidata, è prevalso l'uso di sistemi ipertestuali aperti, sulla cui efficacia esiste una notevole quantità di dati sperimentali.
In effetti i software aperti, per la molteplicità di operazioni che consentono, sembrano piú adatti ad un uso anche meno specialistico e finalizzato: videoscrittura, archiviazioni di documenti, ricerche testuali (anche avanzate) o fonetiche, e cosí via. Ciò è senz'altro importante per la progressiva introduzione degli strumenti informatici a fianco di quelli tradizionali; inoltre, nel lungo periodo, le implicazioni sul piano didattico non sono certo da sottovalutare. Vediamole sinteticamente.


UN'OPERA APERTA


Come abbiamo detto, un ipertesto ad alto livello di interattività si configura come work in progress, opera aperta alla cui realizzazione possono collaborare (in ogni fase) alunni e docenti.
Data la semplicità delle procedure di inserimento di nuovi documenti e di connessione (linking), un primo nucleo di informazioni, legato ad un argomento specifico, può essere progressivamente arricchito attraverso contributi diversi e prolungati nel tempo. Teoricamente un ipertesto aperto può divenire una sorta di memoria storica di istituto, conservando il lavoro di piú anni in una rete di informazioni «navigabile» a piacere e continuamente in crescita. Cosí come attraverso Internet possiamo consultare banche-dati differenti su argomenti disparati, la flessibilità strutturale dei sistemi ipertestuali aperti permette di collegare progetti indipendenti, o di sviluppare rami differenti di uno stesso progetto, per poi disporne grazie alle possibilità di reperimento e connessione (linking) a disposizione del lettore.
Se per esempio un docente di lettere sta lavorando alla poesia futurista, potrà eventualmente utilizzare il materiale che il docente di storia dell'arte ha organizzato lavorando sulla pittura futurista, o viceversa. Entrambi potranno poi sfruttare gli archivi disponibili sulla filosofia di Nietzsche o di Bergson. In questo modo l'insieme di informazioni contenute all'interno del sistema viene progressivamente arricchendosi di contributi, frutto di competenze specifiche diverse e strutturati in potenziali percorsi di lettura.


VERSO UN NUOVO MODELLO DI INSEGNAMENTO


Un ipertesto di tal genere, caratterizzato dalla presenza virtuale di piú docenti, è naturalmente del tutto ipotetico allo stato delle cose, ma rappresenta un modello con forti elementi propositivi: Tutto ciò favorisce nei docenti l'abitudine al lavoro di gruppo, sia in fase di programmazione che di verifica, con profonde ripercussioni sulla figura docente e sulla sua caratterizzazione professionale.


NUOVE OPPORTUNITÀ PER LO STUDENTE


D'altra parte, una simile ristrutturazione del «fare scuola» dà allo studente opportunità in gran parte nuove:
Quasi tutto ciò che può essere fatto con i supporti tradizionali, può essere realizzato in modo piú facile, completo e rapido attraverso gli ipertesti, mentre molte cose che gli ipertesti possono fare non sono affatto ottenibili utilizzando i supporti tradizionali.
Ma non si può comprendere la vera capacità innovativa degli ipertesti senza tener presente la loro natura informatica, la possibilità di sfruttare le potenzialmente illimitate capacità di memoria del computer e la sua velocità.
Il computer ci permette di avere risposte in tempo reale alle nostre domande, verificare con immediatezza le nostre conoscenze, accedere ad una quantità di informazioni pressoché infinita. Piú importante è, però, la possibilità fornita dagli ipertesti aperti di essere parte attiva in ogni fase di produzione del sapere: non semplici recettori di messaggi, ma organizzatori di informazioni.



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