Banca Dati "Nuovo Rinascimento"


LETTURE DEL SONETTO
I' ho già fatto un gozzo in questo stento
DI MICHELANGELO BUONARROTI


DOCUMENTI





MICHELANGIOLO BUONARROTI, Lettere, a cura di ENZO N GIRARDI, Arezzo, Ente Provinciale per il Turismo, 1976, n° 46, p. 68



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A Lodovico di Buonarrota Simoni in Firenze.


Padre carissimo. Intendo per l'ultima vostra come costà s'è detto che io son morto. È cosa che importa poco, perché io son pur vivo. Però lasciate dir chi dice, e non parlate di me a nessuno, perché e' c'è di mali omini. Io attendo a lavorare quanto posso. Non ho avuto danari già tredici mesi fa dal Papa e stimo infra un mese e mezzo averne a ogni modo, perché arò francati molto ben quegli che i' ò avuti. Quando non me ne dessi, mi bisognierebe acattare danari per tornar costà; ché io non ò un quatrino. Però non posso esser rubato. Idio lasci seguire il meglio.

Di mona Cassandra ò inteso. Non so che me ne dire. Se mi trovassi danari, m'informerei se si potessi condurre qua 'l piato sanza mio danno, ciò è di tempo, e bisognierebemi fare un procuratore, e io non ò da spendere per ancora. Avisatemi quando è tempo, come la cosa va, e se e' vi bisognia danari, andate a Santa Maria Nuova allo Spedalingo, come già vi dissi. Io mi sto qua malcontento e non troppo ben sano e con gran fatica, senza governo e senza danari: pure ò buona speranza che Dio m'aiuterà. Racomandatemi a Giovanni da Ricasoli, a messere Agniolo Araudo.

Vostro MICHELAGNIOLO in Roma

(maggio o prima metà di giugno 1509)




immesso in rete il 20 dicembre 1995