Nessuna vetta nessun ricamo
appena stellata la norma
di non darsi vivi.
Invernengo il sorriso delle darsene
invero non indovina nessun natale
o oasi letale.
Imperativa la ruggine del fondo
tonfo.
Di male favole il fulcro di affanno
fa diaria la bestemmia.

Allampanata oltre la disfatta
la ragazza cantata dalle rondini.
 

 
Mirabilia la pagella della luce
 
In tutto il malaffare delle vette o del sommerso
mi ritorni in fato fanciullo di viaggio
gemma d'anima con gerle d'insapute
paludi. Pullula il lutto nel lupo
polare di nulle conchiglie.

L'amore per le scale ci era giovane
scontava le remore del furto
la vanteria della fionda.
Lo stratagemma di perdere l'autobus
bastava per la redina di abbraccio
mai uccisa la cicala della resina.

Immacolato cappio il sapore di bucato
(mirabilia la pagella della luce)
cantava le feste sterminate
le corse nate appena la valanga
apriva al ragioniere dello stato.