Banca Dati "Nuovo Rinascimento"
Notabilia figurativi apposti a margine
Al numero della carta nel manoscritto segue la trascrizione diplomatica del passo (tra parentesi tonde gli scioglimenti di compendi, tra quadre le lettere inserite dal copista in interlinea), affiancata dal testo della Commedia secondo l'Edizione Nazionale della Società Dantesca Italiana a cura di G. Petrocchi.
c. 3v (Inf. 2, 88-90) Temer si dee/ sol di quelle cose canno potentia di fare altrui male de laltre no/ che non son paurose Temer si dee di sole quelle cose c'hanno potenza di fare altrui male; de l'altre no, ché non son paurose. c. 8v (Inf. 4, 146-7) pero che si mic[a]ccia il lungo thema che molte uolte alfacto il dir uien meno. però che sì mi caccia il lungo tema, che molte volte al fatto il dir vien meno. c. 13v (Inf. 7, 64-6) Che tucto loro che/ socto laluna/ e che gia fu dequest anime stanche non pot[e]rebbe far[ne] possar una ché tutto l'oro ch'è sotto la luna e che già fu, di quest' anime stanche non poterebbe farne posare una c. 33r (Inf. 16, 118-20) Ay quanto cauti li huomini esser denno presso a color che non ueggion pur col loura ma per entro ipensier miran col senno/ Ahi quanto cauti li uomini esser dienno presso a color che non veggion pur l'ovra, ma per entro i pensier miran col senno! c. 33r (Inf. 16, 124-6) Sempre a quel uer, cha faccia di mençogna de luon chiuder le labra fin chel puote pero che sança colpa fa uergogna/ Sempre a quel ver c'ha faccia di menzogna de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, però che sanza colpa fa vergogna; c. 39r (Inf. 20, 28-30) Qui viue lapieta/ quande ben morta ch[i]e piu scelerato che colui chal giudicio diuin passion comporta Qui vive la pietà quand' è ben morta; chi è più scellerato che colui che al giudicio divin passion comporta? c. 61v (Inf. 31, 49-57) Natura certo quando lascio larte di si facti animali/ asai fe bene/ per torre tali executori a marte/ Esella dilifanti e dibalene non si pente chi guarda sotil mente piu giusta e piu discreta lanetene/ Che doue largumento dela mente/ si giungne al mol uoler/e alapossa/ nisun riparo ui puo far lagente/ Natura certo, quando lasciò l'arte di sì fatti animali, assai fé bene per tòrre tali essecutori a Marte. E s'ella d'elefanti e di balene non si pente, chi guarda sottilmente, più giusta e più discreta la ne tene; ché dove l'argomento de la mente s'aggiugne al mal volere e a la possa, nessun riparo vi può far la gente. c. 73r (Purg. 3, 8-11) o dignitosa consciença e netta come te/ picciol fallo/ amaro morso/ Qando lypiedi suoi lasciar lafrecta/ che lonestade adogne acto dismaga/ o dignitosa coscïenza e netta, come t'è picciol fallo amaro morso! Quando li piedi suoi lasciar la fretta, che l'onestade ad ogn' atto dismaga c. 82v (Purg. 7, 121-3) Rade uolte resurge per lirami/ lumana probitate/e questo vuole quei che la da / per che dalui sichiami/ Rade volte risurge per li rami l'umana probitate; e questo vole quei che la dà, perché da lui si chiami. c. 88v (Purg. 10, 109-11) No(n) actender laforma dimartire pensa lasuccession/ pensa chapeggio oltra alagran sententia no(n) puo ire Non attender la forma del martìre: pensa la succession; pensa ch'al peggio oltre la gran sentenza non può ire. c. 88v (Purg. 10, 121-29) O superbi Xpian miseri lassi/ che per lauista delamente infermi/ fidança auete nei retrosi passi/ Non uacorgete voi che noi siam uermi/ nati aformare langelica farfalla/ che uola alagiusticia sança schermi Di che lanimo uostro in alto galla poi sete quasi attomata in diffecto si come uerme/ incui formation falla O superbi cristian, miseri lassi, che, de la vista de la mente infermi, fidanza avete ne' retrosi passi, non v'accorgete voi che noi siam vermi nati a formar l'angelica farfalla, che vola a la giustizia sanza schermi? Di che l'animo vostro in alto galla, poi siete quasi antomata in difetto, sì come vermo in cui formazion falla? c. 90r (Purg. 11, 91-3) O vana gloria delumane posse/ con poco verde in sulla cima dura se none giunta daletade grosse Oh vana gloria de l'umane posse! com' poco verde in su la cima dura, se non è giunta da l'etati grosse! c. 91v (Purg. 12, 70-2) Or superbite/ e uia col uiso altero figliuoli deua/ e no(n) chinatel uolto si che veggiate el uostro mal sentero Or superbite, e via col viso altero, figliuoli d'Eva, e non chinate il volto sì che veggiate il vostro mal sentero! c. 99v (Purg. 16, 70-2) Se cosi fusse in voi fora distructo libero arbitrio e no(n) fora giustitia per ben letitia e per mal auer lucto. Se così fosse, in voi fora distrutto libero arbitrio, e non fora giustizia per ben letizia, e per male aver lutto. c. 110r (Purg. 21, 106-8) Che riso e pianto son tanto seguaci alapassion/ di che ciascun sispicca che men seguon uoler ne piu ueraci. ché riso e pianto son tanto seguaci a la passion di che ciascun si spicca, che men seguon voler ne' più veraci. c. 111r (Purg. 22, 28-30) Veramente piu uolte apaion cose che danno adubitar falsa matera per leuere casgion che son nascose. Veramente più volte appaion cose che danno a dubitar falsa matera per le vere ragion che son nascose. c. 111v (Purg. 22, 60) la fede sança qual ben far no(n) basta la fede, sanza qual ben far non basta c. 111v (Purg. 22, 67-9) Facesti come quei che va dinotte che porta illume dietro/ e ase no(n) gioua ma doppo se fa lepersone dotte. Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e a sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte. c. 114r (Purg. 23, 100-2) Nel qual/ sira in pergamo interdetto alesfacciate donne fiorentine landar mostrando colle poppe elpetto/ nel qual sarà in pergamo interdetto a le sfacciate donne fiorentine l'andar mostrando con le poppe il petto. c. 127v (Purg. 30, 118-20) Matanto piu maligno e piu siluestro si fa il terren / col mal seme e no(n) colto quantello a piu del buon uigor terestro Ma tanto più maligno e più silvestro si fa 'l terren col mal seme e non cólto, quant' elli ha più di buon vigor terrestro. c. 129v (Purg. 31, 61-3) Nuouo augeleto du o/ tre aspecta ma dinançi dagliocchi di pennuti rete si spiega in darno / o si saecta Novo augelletto due o tre aspetta; ma dinanzi da li occhi d'i pennuti rete si spiega indarno o si saetta. c. 143v (Par. 5, 40-2) Apri lamente aquel chiti paleso e fermaluento / che no(n) fa scientia sança loritenere auer inteso Apri la mente a quel ch'io ti paleso e fermalvi entro; ché non fa scïenza, sanza lo ritenere, avere inteso. c. 146r (Par. 6, 109-11) Molte fiate gia pianser lifigli per la colpa del padre/ e no(n) si creda che dio trasmuti larmi per suo gigli Molte fïate già pianser li figli per la colpa del padre, e non si creda che Dio trasmuti l'armi per suoi gigli! c. 160r (Par. 13, 107-8) uedrai auere solamente rispecto ai Regi/ che son molti/ et ibuon son rari / vedrai aver solamente respetto ai regi, che son molti, e ' buon son rari. c. 160v (Par. 13, 115-7) Che quelli e tra li stolti bene abasso che sança distintion/ afferma et niega nellun cosi/ come ne laltro passo. ché quelli è tra li stolti bene a basso, che sanza distinzione afferma e nega ne l'un così come ne l'altro passo; c. 160v (Par. 13, 133-8) Chio ueduto tuctol uerno prima il prun mostrarsi rigido et feroce poscia portar lerose in su lacima Et legno uidi gia dricto et ueloce corrar lomar per tucto suo camino perir al fin alentrar delafoce. ch'i' ho veduto tutto 'l verno prima lo prun mostrarsi rigido e feroce; poscia portar la rosa in su la cima; e legno vidi già dritto e veloce correr lo mar per tutto suo cammino, perire al fine a l'intrar de la foce. c. 163r (Par. 15, 10-2) Ben e che sança termine sidoglia chi per amor di cosa che no(n) duri eternalmente quel amor sispoglia Bene è che sanza termine si doglia chi, per amor di cosa che non duri etternalmente, quello amor si spoglia. c. 165v (Par. 16, 67-72) Sempre laconfusione delepersone principio fu del mal dele citade com e del uostro ilcibo/ che sapone Et cieco toro piu auaccio cade chel cieco angnel/ et molte uolte taglia piu et meglio vna/ che lecinque spade Sempre la confusion de le persone principio fu del mal de la cittade, come del vostro il cibo che s'appone; e cieco toro più avaccio cade che cieco agnello; e molte volte taglia più e meglio una che le cinque spade. c. 172r (Par. 19, 106-8) Ma uedi molti gridan Xpo cristo che sirano ingiudicio assai men prope alui/ che tal/ che no(n) conosce cristo. Ma vedi: molti gridan "Cristo, Cristo!", che saranno in giudicio assai men prope a lui, che tal che non conosce Cristo; c. 177r (Par. 22, 16-8) Laspada diquasu no(n) taglia infretta ne tardi mai/ alparer dicolui che disiando/ temendo laspecta. La spada di qua sù non taglia in fretta né tardo, ma' ch'al parer di colui che disïando o temendo l'aspetta.
Altre illustrazioni variamente disposte c. 75v (Purg. 4, 40-2) Losummo era alto che uincea lauista e la costa superba piu asai che da mecço quadrante a centro lista
c. 113r (Purg. 23, 32-3) chi nel viso de gliuomini legie homo bene auria quiui conosciuto lemme.
c. 162r (Par. 14, 97-102) Come distinta daminori a maggi lumi/ biancheggia tra poli del mondo galasia/ si che fa dubbiar ben saggi. Si costellati facean nel profondo Marte/ quei rai il uenerabel segno che fan giunture di quadranti in tondo.
c. 166v (Par. 16, 127-32) Ciascun che delabella insegna porta [...] oggi colui che lafascia colfresgio
c. 170r (Par. 19, 100)
c. 197r (Par. 32)
immesso in rete il 2 aprile 1997 |