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Chi soffre speri
1637



 

ARGOMENTO / ET ALLEGORIA / DELLA COMEDIA MVSICALE / Intitolata / CHI SOFFRE SPERI, / E rappresentata / ALL’ILLVSTRISS.MO ET ECCELLENTISS.MO / PRINCIPE / FEDERICO / LANTGRAVIO / D’ASSIA. / [rosa] / IN ROMA, Nella Stamperia della Reu.C.Apost. 1637. / [linea] / Con licenza de’ Superiori.

[p. 4] [...] Le parti più essentiali di questo auuenimento sono tratte della nouella 9. della giornata quinta del Boccaccio, con qualche aggiunta, ò variatione per maggior nouità: si come per intrecciame(n)to dell’opera si è introdotta Lucinda Sorella d’Egisto [...].
E perche l’intento principale della Comedia deue essere l’insegnamento insieme con il diletto, non sarà fuor di proposito l’aggiungere qualche lume dell’Allegoria, che si contiene in questo componimento.
Egisto amante d’Aluida denota l’uomo innamorato della Virtù, al possesso della quale perche ageuolmente non si peruiene, però si scorgono in questo Caualiero molti incontri, che difficultano il suo desiderio. Ne’ Serui, che l’accompagnano, e del continuo lo dissuadono dall’amor d’Aluida, si figurano gli affetti terreni, che ben spesso diuertono l’intelletto dalle viruose operationi. Il sentimento, ch’egli hà di non lasciar la sua Casa, accenna vna volontà troppo radicata nelle cose del mondo; Come anche l’humana libertà non ancora alla Ragione interamente sottoposta viene adombrata nel Falcone, il quale, benche sia ad- [p. 5] domesticato, e ristretto ne’ lacci, può nondimeno sottrarsi qualunque volta venga lasciato à volo: onde per fino che Egisto non si spoglia della Casa, e non dedica il Falcone alla bramata Donna, non la può ottenere; si come non si possiede mai perfettamente la Virtù, se prima lasciandosi ogn’altro pensiero, à pieno non si soggetta à lei la propria libertà. Al contento, che riceue Egisto dalle nozze d’Aluida, segue subito lo scoprimento d’vna inestimabile ricchezza, per dimostrare, che con l’acquisto della Virtù si conseguisce il tesoro della vera Sapienza. Nel figlio d’Aluida si figura l’Amor virtuoso, concetto, e parto della stessa Virtù: e però egli nella sua infirmità desidera il Falcone, perche non può essere se non debole, & infermo quell’Amor della Virtù, al quale non è riuolta l’altrui libertà. Nell’Elitropio lucidissma gemma, che hà forza di rallegrare il core, vien significata l’allegrezza, che si ritroua, tosto che la volontà, e l’arbitrio totalmente si rassegna alla Virtù. Lucinda, che ciecamente ama il Fratello, fino che non hà precisa notitia della sua nascita, & anch’essa lo dissuade dal seguimento d’Aluida, significa il cieco Amore di se medesimo, quale all’hora si modera, quando si volge il pensiero all’humile origine della spoglia mortale. E perche per Siluia s’intende la Voluttà, come può accennare l’istesso nome di Siluia, che dalle selue deriua, poiche gli huomini, che stanno immersi ne gli inganneuoli piaceri del senso, sono à guisa di Fiere, quindi è che si finge essere stata Nutrice di Lucinda; poiche per l’esca de’ diletti, e per la cattiua educatione ben spesso trapassa l’huomo i giusti termini dell’Amor proprio. Eurilla seguace di Siluia si rappresenta vanamente innamorata di Lucinda, per insegnare, che sotto la scorta della Voluttà è vano ogn’Amore: E però conoscendo Eurilla la misera conditione de gli amanti, con più saggio consiglio allontanandosi dalla dimestichezza di Siluia, si dispone di volgersi alla Virtù.

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