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(Venezia - [?]) |
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STUDI VIRGILI Nei "primi anni del Cinquecento [la creatività dell'ingegno italiano], che abbondò nei secoli [precedenti], era esausta: perfezionare imitando o [...] copiare era il principale intento dell'arte: non si [voleva] più dire né sentir cose nuove, ma dirle e sentirle dir bene. Tutti i generi erano ormai stati tentati"; solo resisteva: "la poesia che narrasse, e narrasse cose non utili e vere, ma immaginarie e piacevoli" (p. 299). Tutto questo poi avveniva in tempi che si facevano sempre più duri e difficili per l'Italia. L'Orlando del Boiardo era rimasto incompiuto a causa della morte dell'autore, così, pochi anni dopo, iniziarono ad apparire i primi continuatori (il Virgili ne cita solo alcuni). Nel 1506 venne stampato nuovamente il poema a Venezia, con l'aggiunta di un quarto libro di undici canti, autore del quale era Niccolò degli Agostini. Successivamente (nel 1514) uscì un secondo libro aggiunto, sempre dell'Agostini (ne compose anche un terzo di soli sette canti). Un altro continuatore fu un certo Raffaello Valcieco da Verona, che stampò, nel 1518 a Milano, i tre libri boiardeschi con in più due suoi tutti nuovi. Gli autori che competevano per questa impresa erano numerosi, ma il maggiore fu sicuramente Ludovico Ariosto, che nel 1516 a Ferrara fece stampare per la prima volta il suo Orlando furioso, che era praticamente la seconda parte dell'Orlando innamorato e dal quale non poteva essere scisso (pp. 299-303) |