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GIAN ALBERTO
ALBICANTE
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STUDI ROMEI Introduzione Il rifacimento dell'Orlando Innamorato del Boiardo
si protrasse "almeno fino al 1530 o 1531, quando [il Berni] otteneva i
privilegi di una stampa che, nel corso della sua vita, non avrebbe mai
visto la luce. Il testo che ci è giunto è degno di ogni sospetto:
alla morte del Berni vi mise le mani Gian Alberto Albicante, che, con l'incoraggiamento
e l'approvazione di Pietro Aretino, soppresse i 'pregiudizi de gli amici',
[...] che nessun restauro filologico sembra in grado di restituirci (ne
sono forse un ritaglio le ottave XLIII)" (p. 13)
VIRGILI Sul finire del terzo decennio del '500 si scatenò un clamoroso battibecco, a suon di sonetti e lettere, fra il poeta Gian Alberto Albicante e Pietro Aretino, un tempo amici. Questa disputa acquista per noi un significato particolare in quanto investe le vicende del rifacimento dopo la morte del suo autore. Infatti l'editore Francesco Calvo aveva, in questi anni, intenzione di pubblicare per la prima volta il rifacimento del Berni, avvalendosi della collaborazione di un revisore, il quale era proprio Gian Alberto Albicante. Giunto a conoscenza di ciò, l'Aretino, che si trovava nel bel mezzo della "zuffa" suddetta, e preoccupandosi per quella stampa del rifacimento, nel quale era sicuramente contenuto anche il suo nome, associato a parole o concetti poco lusinghieri, pensò bene di interrompere quel battibecco volgendolo ai propri fini. Ecco quindi il "divino Aretino" umiliarsi di fronte all'Albicante con efficaci richieste di pace, in cambio di una raccomandazione presso Francesco Calvo. A questo punto ci occorre menzionare una lettera che l'Aretino inviò al Calvo il 16 febbraio del 1540, nella quale, molto gentilmente, si impone all'editore una scelta: "sète obbligato o a non dar fuora il libro, o a purgarlo da ogni maladicentia". Il docile Calvo, forse impaurito dal famoso temperamento dell'Aretino, decise così di stampare il libro privo di quelle maldicenze (pp. 543-546) La prima edizione del rifacimento uscì il 1 gennaio del 1542 dalla tipografia di Andrea Calvo (fratello di Francesco) a Milano, riveduta e corretta da Gian Alberto Albicante (p. 555) La revisione del rifacimento da parte dell'Albicante fu scrupolosa e lunga (occorsero, infatti, due anni). Oltre ai tagli che il rifacimento subì si possono scoprire anche numerose aggiunte sicuramente nel primo canto, in parte del secondo e negli ultimi due. In questi brani la mano dell'Albicante, con l'aiuto certamente dell'Aretino, è senza dubbio riconoscibile (pp. 561-562).
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