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(Venezia, 1508 - ivi, 1568) |
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STUDI NENCIONI Nencioni, citando il Chiorboli, riconosce, nella sua presentazione del rifacimento, l'importanza della questione della lingua che, nel Cinquecento, teneva impegnati i letterati ed imponeva il connubio fra l'arte letteraria e la lingua colta fiorentina. Osserva che, proprio in quegli anni, erano uscite le due edizioni del Furioso (1516, 1521) la cui lettura aveva risvegliato l'interesse per l'opera boiardesca, vitalissima nei contenuti ma stilisticamente poco pregiata. Ecco che allora alcuni letterati furono tentati dall'idea di un rifacimento (come l'Aretino, che si limitò al pensiero, il Dolce, il Domenichi, il Berni) (pp. VII-VIII) |