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IPOCRISIA

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DEL TESTO

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Rime


 

 

TESTI


  • BERNI Innamorato, XX 1-6, esordio: invettiva contro l'ipocrisia [Cfr. Ottave Vergeriane] > "ipocrito frate traditore" (XIX 65 8) che insidia Fiordiligi (e Brandimarte) 

 

STUDI



 

ROMEI Introduzione



     "L'Orlando 'moralizzato' dal Berni (e spesso castigato nelle sue intemperanze), ingabbiato in una rigida armatura edificante che stride con la libera ed estrosa materia narrativa del Boiardo, non è, quale ci è giunto, troppo difforme dagli intendimenti del pio umanesimo veronese, santamente ispirato dal Giberti. Ed è, invece, il rovescio della poesia empia e negativa delle Rime [...]. Ipocrisia? Svogliata sottomissione a un programma imposto? Probabilmente no. Probabilmente le incertezze di uno spirito tormentato che non ha saputo risolvere le sue contraddizioni" (p. 14)
 

ROMEI Orlando



     Tenendo presenti le contraddizioni che sono alla base delle sue opere, "non si può fare a meno di pensare che il Berni 'vero' sia quello dei capitoli della Peste e non quello delle edificanti omelie dell'Innamorato rifatto, quel poeta impudico e beffardo piuttosto che questo predicatore di maniera" (p. 18)

     "È difficile sottrarsi all'impressione che l'Innamorato rifatto sia un'opera maledettamente ipocrita. [...]
     D'altra parte il poema s'iscrive nel ciclo di Verona, dove il Berni, fatto 'teatino e romito' e votato ai 'digiuni in pane et in acqua', ha seguito il vescovo Giberti per vedere se l'esempio di un uomo dabbene può farlo diventare un uomo dabbene" (p. 18)

     "Quello che è certo è che l'impressione d'ipocrisia è falsa e dipende dalle contraddizioni reali, vissute, di una persona incerta e tormentata. Il Berni in quei principi e in quegli impegni ci ha veramente creduto (o ha cercato di crederci). Il fallimento dell'Innamorato è un aspetto del fallimento dell'esperienza evangelica nel suo complesso. L'abbandono del poema (non pubblicato) si connette con quella sorta di apostasia che è il ritorno a Roma al servizio del cardinale Ippolito dei Medici" (p. 18)