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IPPOLITO DE' MEDICI
cardinale

(Urbino, 1511 - Itri, 10 agosto 1535)

PREMESSA

GUIDA

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DEL TESTO

NOTA AL
TESTO

BIBLIOGRAFIA

SIGLE

PERSONE

SOGGETTI

Rime


 

 

TESTI



 

STUDI



 

ROMEI Introduzione


       Il 1532 vide la separazione definitiva dal Giberti. Nello stesso anno "il Berni passò al servizio del cardinale Ippolito de' Medici, giovane esuberante e scapestrato, incline alle giostre amorose e militari piuttosto che ai severi impegni dello spirito, che a fianco di un serraglio di bestie esotiche manteneva una magnifica scuderia di poetanti [...]: quasi un ritorno all'antico, alle costumanze spregiudicate della 'famiglia' dei Bibbiena. E tuttavia [...] il Berni mantenne rapporti abbastanza stretti con il Giberti" (p. 17)

       "Il servizio con quel 'virtüoso putto' del cardinale, gratificato di pochi e scialbi versi di lode [...], doveva essere tutto fuor che gravoso ('mangio il suo pane e non me l'affatico', confessava in LX 21)" (p. 17). Questo terzo periodo romano, infatti, fu caratterizzato da una prestigiosa accoglienza da parte dei giovani seguaci della sempre più amata letteratura burlesca e da un servizio sempre meno impegnativo. "Ma neppure i riconoscimenti e le agiatezze romane, dopo le astinenze veronesi, dovevano assopire quella profonda inquietudine [...]. Approfittando di un viaggio del padrone in Francia [...] il Berni si ferma a Firenze e rifiuta di proseguire" (p. 17)
 

ROMEI Nota


       Nel 1533 (settembre) il cardinale Ippolito si recò a Nizza per il matrimonio di Caterina De' Medici con il figlio di Francesco di Francia. Il Berni rifiutò di seguirlo fermandosi a Firenze e rompendo successivamente con lui ogni rapporto. Entrò, fra l'altro, in stretti rapporti con il duca Alessandro De' Medici, risaputo antagonista del cardinale (p. 19)
 

VIRGILI


       Alessandro De' Medici era a Firenze primo duca, preferito al cardinale Ippolito De' Medici da papa Clemente VII. Fra i due antagonisti correva un "odio mortale" e il Berni, appena abbandonato il cardinale, ebbe la malaugurata occasione di frequentare ed intrattenere spesso il duca, aggiungendo quindi al dispetto per l'abbandono anche questo (p. 461)

       In quali rapporti fosse il Berni con il duca, nell'ultimo periodo della sua vita, non è facile a dirsi, poiché il duca non è mai nominato nei suoi scritti. C'è rimasto solo un sonetto (LXVIII Sonetto delli Bravi), nel quale il Berni deride la severità ed intransigenza della magistratura, retta appunto dal duca (p. 488), e un epitaffio in morte del cane di quest'ultimo

       Finché visse il papa i rancori fra il cardinale Ippolito e il duca Alessandro rimasero sotterranei (anche se mal celati) ma alla sua morte scoppiarono in aperta ribellione, soprattutto quando i cardinali fiorentini Salviati, Ridolfi, Gaddi e gli Strozzi si schierarono dalla parte del cardinale. Subito iniziarono pratiche presso l'imperatore di Spagna per spodestare il duca. Così quest'ultimo fu costretto a correre ai ripari e per far ciò occorse un agente: la scelta cadde proprio sul Berni. Sembra che il suo compito consistesse nel propinare del veleno al cardinale Salviati, che divideva, fra l'altro, vecchi rancori con il duca. Il 26 maggio 1535 il Berni morì in casa Cybo, molto probabilmente vittima di quello stesso veleno che rifiutò di servire al Salviati.
       Il corpo del Berni fu sepolto in gran fretta e sulla sua morte fu calato un velo d'indifferenza e di mistero (pp. 491-493)
 

WEAVER


       Fra i letterati che rifecero o corressero l'Orlando innamorato del Boiardo figura, in secondo piano, anche il cardinale Ippolito De' Medici, che rifece le prime quindici ottave del poema cavalleresco, forse per semplice esercizio scolastico. Questo breve abbozzo risalirebbe comunque al 1532-33, anni in cui il Berni fu proprio al servizio del cardinale (p. 141)