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STUDI ROMEI Introduzione "Scelto ad interlocutore il maître della magra cucina del Giberti (coprotagonista delle stanze 'autobiografiche' dell'Innamorato e della mitizzazione del 'letto' che vi si celebra), il Berni cantava due volte la peste e il debito e - a rovescio - Aristotele. Architettava un 'mondo capovolto' [...], una società rovesciata in cui 'sei di te stesso e de gli altri signore' e in cui si vive 'con nuove leggi e patti' (LII 109-12): contro ogni vulgata opinione, niente di meno che il 'secol d'oro' ed il 'celeste / stato innocente primo di natura' (LII 143-44). È la poesia dove gli acidi intellettuali del Berni sono più scoperti; si pensi ad Aristotele (al quale stavano per affidarsi le dogmatiche certezze della cultura controriformata), irriso come colui che tutte le cose comprende e spiega e giustifica [...]. Mentre a lui la natura si rivelava ambigua ed enigmatica, 'benigna ad un tratto e crudele' (LIII 51); e la felicità... 'Ma questi son ragionamenti vani, / però lasciàngli andar, che non si dica / che noi siam mammalucchi o luterani' (LXV 52-54)" (p. 16) |