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(Pistoia, 1440 - [?], 1504) |
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STUDI LONGHI La tecnica della descrizione deformante, attuata in alcuni sonetti berneschi (come quello sulla badia di Rosazzo [XXXIV], o sulle architetture di Verona [XLVI], o sulla casa del poeta [LXIV]), trova come archetipi autori quali il Burchiello, il Franco, il Pistoia. In tal caso il Berni, che solitamente non ama le riproduzioni manieristiche, "si allinea di buon grado a questi modelli congeniali [e] ne raccoglie ed esaspera i procedimenti" (pp. 19-20) ROMEI Introduzione La "poesia bernesca [...] esordiva replicando una delle occasioni canoniche della tradizione giocosa [...]: la richiesta del mantello. [...] sono subito evidenti i debiti del Berni con quella tradizione - ed esplicitamente ammessi con i reiterati omaggi al Burchiello, al Pulci, al Pistoia" (p. 5) Dopo le invettive del 1527, fra le quali la maggiore è
quella contro Pietro Aretino (XXXII), proseguì la "produzione giocosa"
affidata al sonetto e al capitolo.
VIRGILI Il Berni prende, qualche volta, versi dal Burchiello, dal Bellincioni, dal Pistoia. Le conformità con questi autori si riscontrano, però, solo nel loro stile giocoso ed anche in questo il Berni inserisce quell'"urbanità e gentilezza" che agli altri mancano (p. 194) |