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STUDI ROMEI Introduzione Il datario (e vescovo di Verona) coltivava "progetti grandiosi e lungimiranti" sia in campo politico che religioso, animato da una volontà di "profondo rinnovamento morale" (p. 9) In seguito agli eventi storici connessi con il sacco del
1527 il Giberti decise di abbandonare, insieme ai suoi progetti politici,
la corte romana, per trasferirsi nella sua diocesi di Verona, concentrando
tutto il suo impegno nella sua attività pastorale (che sarebbe diventata
il modello della Controriforma) e abbandonando il progetto di una riforma
"in capite" per votarsi al progetto di una la riforma "in membris", che
partisse dalla periferia implicando prima di tutto l'obbligo di residenza
per i vescovi. Nella sua città organizzò un cenacolo di intellettuali
"impegnati in un umanesimo cristiano che sanciva [...] l'indissolubilità
di 'litterae et boni mores' e l'assoggettamento della letteratura al fine
superiore dell'apostolato" (pp. 12-13)
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