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STUDI
ROMEI Orlando
"[...] il Berni riscrive l'Orlando innamorato del
Boiardo, lasciato incompiuto nel 1494. Il testo si chiudeva con un'ottava
che segna la fine di un'epoca:
Mentre che io canto, o Iddio redentore,
vedo la Italia tutta a fiama e foco...
. . . . . . . . . . . . . . .
un'altra fiata, se mi fia concesso,
racontarovi il tutto per espresso.
(III ix 26)
L'ho voluta citare per 'entrare in atmosfera', per dare un'idea del mondo - sconvolto e spaventoso - in cui il Berni è nato ed è
vissuto.
L'Innamorato è un testo di grande fortuna
tra Quattro e Cinquecento (pensate ai suoi continuatori, pensate alla 'gionta'
dell'Ariosto). Ma anche un testo che - a poco più di una generazione
di distanza - appare sensibilmente invecchiato. La lingua in cui è
scritto, l'emiliano 'illustre' dell'autore, suona sgradevole all'orecchio
educato dalla nuova letteratura che trova nel Bembo il suo principale riferimento.
Si allestiscono pertanto riscritture 'grammaticali' (ad opera di Ludovico
Domenichi, per non dire del 'raffazzonamento' - come lo chiama Neil Harris
- di Michel Bonelli) che fanno scomparire dal mercato il testo originale.
In una riscrittura si cimenta anche il Berni" (pp. 1-2)
VIRGILI
La riscrittura dell'Orlando appare come un'"arida
e quasi servile fatica" alla quale "un ingegno così vivido e libero",
quale quello del Berni, prodigò una serietà di propositi
ed un impegno "che né l'autore né l'opera avrebbero fatto
supporre" (p. 271)
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