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SALVATOR ROSA
(Napoli 1615 - Roma 1673)


 

 

GIOVANNI CANEVAZZI, Di tre melodrammi del secolo XVII, Modena, Unione Tipo-Litografica Modenese, 1904, pp. 41-42

      Nel gennaio 1639 giungeva a Roma da Napoli, | dove vi aveva furoreggiato, Salvator Rosa, un Coviello eccellente, che a gara venne tosto invitato per interpretare la maschera napoletana dalle più nobili famiglie romane. Chi più e chi prima dei Barberini avrà avuto modo e desiderio di accogliere Salvator Rosa a dare prova della sua valentia? Chi più adatto del Rospigliosi, il poeta preferito e ormai ordinario del teatro barberiniano, per creare un dramma nel quale il Rosa vi avesse potuto figurare come parte principale? Ed ecco che, probabilmente, il buon monsignore, lusingato anche un pochino dal dovere scrivere pel Rosa, tentò, con esito felice, di portare sulle scene il tipo trappoliere e ameno di Coviello, al quale, per un più compiuto effetto, credette bene dare per complemento la maschera bergamasca.
 

PASTOR 553-554
 

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