Banca Dati 'Giulio Rospigliosi' | indice |
testi [Poesie] [cornice incisa] / COMPONIMENTI / POETICI / DI VARI AVTORI / Nelle Nozze / Delli Eccellentissimi Signori / D. TADDEO BARBERINI / E D. ANNA COLONNA. // [stemma bipartito con le armi dei Barberini e dei Colonna, sormontato da corona] // R O M A / Nella Stampa Camerale / Con lic. De Superiori [esemplare consultato: BNCF Palat.12.B.B.6.3.7]
D I G I V L I O ROSPIGLIOSI. COn le faci, e le catene, [p. 88] Mà dorate, e fiammeggianti, Di Quirino in su l'arene, Per far lieti i chiari Amanti, Scendi homai sopra il Tarpeo Himeneo scendi Himeneo. Se frà i turbini dell'ira Vacillar già parue il mondo, Hora annuntio il Tebro ammira Placidissimo, e giocondo; Poiche certo, e fausto segno La COLONNA è di sostegno. Più il metallo non risuona, Che la morte hauea nel seno; O se pure ardendo tuona Cauo bronzo in Ciel sereno, Son quei tuoni in ogni parte D'Amor segni, e non di Marte. Gloria fù del sacro VRBANO Discacciar Bellona ardente; E douea ben quella mano Contro il ferro esser possente, Che cingendo il crin d'alloro, Aprir seppe il secol d'oro. Perch'età sì fortunata Renda eterni i tuoi splendori, In tè il Ciel, Coppia beata, Vn sol cor fa di due cori; Onde eguale à gl'Aui tuoi [p. 89] Segua ancor serie d'Heroi. Ride il Tebro, e s'incorona D'aurei fregi i molli crini, E con giubilo risuona COLONNESI, e BARBERINI, Poiche sa, che a l'alta prole Cederà di gloria il Sole. Taci, Musa, e frena i canti; Ch'ogni lingua è roca, e tace, Oue parlan lieti amanti Con lo sguardo suo loquace; E in linguaggio sol d'amore Parla vn cor con l'altro core. S O N E T T I SEnza nubi vn sol giorno, ò pur giocondo Vn momento qua giù sperar che vale? Se per confine ogni gioir mortale Pur troppo greue ha degli affanni il pondo? Stabile è sol nell'esser vario il Mondo; Contro il furor del Tempo ogni opra è frale; E infiamma à pena il Sol l'asse immortale, Che spenti ha i raggi suoi nel mar profondo. Tè felice Signor, che il Mondo vede, Gl'Anni, à far paghi i tuoi soavi affetti, Teco fermare immobilmente il piede. Ne fia , che sue vicende il Tempo affretti, Mentre il Cielo à te sol d'erger concede Sopra stabil COLONNA i tuoi diletti. L'Inuitta destra,al cui temuto Impero [p. 90] Mosse già curua il Po’ la fronte horrenda, Trà i lacci d'Imeneo riposo apprenda, Poich'alla Fama aprì largo il sentiero. L'hasta non vibri, e de lo scudo altero Il graue aurato incarco homai sospenda; Già l'vsbergo si spogli , e già risplenda Lungi dal biondo crin l'elmo,e il cimiero. Deponga ogni arme, e resti il petto ignudo, Che troppo frali han le difese loro Contro à i colpi d'Amor lorica, e scudo. Specchio à tè sia,Signor,la chiara Insegna; Che in mezo a l'armi ancor la Pecchia d'oro Pur tratta il miele, e le dolcezze insegna. P E R M V S I C A . SV l'auree soglie L'ardenti spoglie Già il Sol depone, E cela in mar le rote,onde egli vscì. Mà d'Himeneo Nouel Trofeo Le faci espone, Onde splende la notte à par del dì. Senz'alcun velo Le stelle in cielo Con passo errante Liete del nuouo amor muouono il piè. Mà poi si adira, S'alcuna mira D'ANNA il sembiante, [p. 91] Ch'altro sì vago lume in ciel non è. Di Roma in grembo Lucido nembo Rinoua il giorno Quasi ad onta del Sol, che s'oscurò. Nè far contesa Puo l'ombra offesa, C'hauer soggiorno, Oue ha duo Soli vn volto,ombra non può. Con hore lente Notte sì ardente L'altra assomigli, In cui prodotto al Mondo Alcide fù, Nè già più breue Questa essere deue; Però che i Figli: Heroi saran di non minor virtù. La Luna stessa D'amore impressa, Sposa Regale, Ministra à tuoi diletti in ciel sarà; Poiche da gli Aui Trà mille naui A l'immortale COLONNA esser soggetta apprese già. [fregio] |
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