Vicende degli e-books / 4



 

Gli e-books (e le e-book reading devices) conobbero un certo successo e una notevole popolarità alla fine degli anni novanta: successo e popolarità legati più che altro alla curiosità del nuovo e concentrati principalmente negli Stati Uniti. In Europa non è mai esistito un mercato autentico di e-book reading devices né un consumo significativo di e-books: il fenomeno è stato più che altro oggetto di discussione fra gli "addetti ai lavori" e di commenti più o meno ironici da parte degli organi d'informazione. I commenti si fecero sempre più ironici e pessimistici quando il mercato americano registrò un progressivo calo delle vendite fino alla chiusura delle linee di produzione da parte di qualcuna delle industrie implicate. I lettori per e-books furono spicciativamente accomunati alle tante imprese fallite della storia informatica - al pari dei net-PC o dei TV-PC, che pur suscitarono sogni e attirarono investimenti e che non vengono più nemmeno rammentati. Anche negli eterni dibattiti che asfissiano il nostro tempo, l'attenzione si spostò dai veri e propri e-books ai più generici e-texts, dei quali nessuno poteva disconoscere l'enorme diffusione e la capitale importanza.

È notizia fresca, invece, una improvvisa e inopinata ripresa del mercato americano. Secondo l'Open eBook Forum si festeggia un primo trimestre record per le vendite di libri elettronici, con una crescita del 46% rispetto al 2003 e con un fatturato in aumento del 28% rispetto allo stesso trimestre 2003. I 421.955 e-books acquistati in un trimestre rappresentano un segnale forte, forse non soltanto episodico. Non si può assumere a metro di giudizio la latitanza europea o - peggio che mai - italiana (con il nostro paese che veleggia trionfalmente verso il terzo mondo della tecnologia).


 

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