Fonti per alfabeto: Boccaccio



BOCCACCIO GIOVANNI

Decameron
  • Bocc. Decam. 1.7.26:
    nel suo albitrio rimise l'andare e lo stare.
    [=G.L. 5.5.1]

  • Bocc. Decam. 5.6.25:
    Partissi adunque il re turbato della camera e comandò che i due amanti, così ignudi come erano, fosser presi e legati e, come giorno chiaro fosse, fossero menati a Palermo e in su la piazza legati a un palo con le reni l'uno all'altro volte e infino a ora terza tenuti, acciò che da tutti potessero esser veduti: in appresso fossero arsi sì come avean meritato.
    [=G.L. 2.32]

  • Bocc. Decam. 5.6.34:
    voglio adunque di grazia che, come io sono con questa giovane, la quale io ho più che la mia vita amata e ella me, con le reni a lei voltato e ella a me, che noi siamo co' visi l'uno all'altro rivolti, acciò che, morendo io e vedendo il viso suo, io ne possa andar consolato.
    [=G.L. 2.35]

  • Bocc. Decam. 8.7.3:
    spesse volte avviene che l'arte è dall'arte schernita
    [=G.L. 6.42.8]

  • Bocc. Decam. 8.7.81:
    i miei prieghi, li quali nel vero io non seppi bagnar di lagrime né far melati come tu ora sai porgere i tuoi
    [=G.L. 4.25.3]

  • Bocc. Decam. 10.2.23:
    da questa ora innanzi sia e l'andare e lo stare nel piacer vostro
    [=G.L. 5.5.1]

    TOTALE 6
Filocolo
  • Bocc. Filoc. 3.3:
    i suoi occhi, tornati per le lagrime rossi, erano d'un purpureo colore intorniati
    [=G.L. 3.18.7-8]

  • Bocc. Filoc. 3.62:
    i cui occhi aveano per lo molto piangere intorno a sé un purpureo giro
    [=G.L. 3.18.7-8]

  • Bocc. Filoc. 5.33:
    ma le notturne tenebre le furono graziose, e quello celarono
    [=G.L. 9.36.1-2]

    TOTALE 3
Corbaccio
  • Bocc. Corb. 62:
    [=G.L. 4.8]

TOTALE 10     

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