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FRANCESCO CALVO
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  • ARETINO Lettere II 149, A Messer Francesco Calvo

 


STUDI



 

ROMEI Orlando


      "Il 15 febbraio del 1540 Pietro Aretino scrive una lettera a Francesco Calvo (il 'vero' editore dell'editio princeps, che va sotto il nome del fratello Andrea). L'Aretino ringrazia il Calvo perché ha saputo che quanto alla stampa dell'Orlando innamorato 'è per farne la volontà' sua, [...] [convinto che] 'per grado de la propria modestia è obligato o a non dar fuora il libro o a purgarlo da ogni maladicenzia'. L'Aretino, che aveva trovato nel Berni un acerrimo oppositore, ovviamente pensava in primo luogo a se stesso. Ebbene, dei 'pregiudizi de gli amici' e della 'maladicentia' non c'è traccia nel testo che ci è pervenuto" (p. 3)
 

VIRGILI


      Sul finire del terzo decennio del '500 si scatenò un clamoroso battibecco, a suon di sonetti e lettere, fra il poeta Gian Alberto Albicante e Pietro Aretino, un tempo amici. Questa disputa acquista per noi un significato particolare in quanto investe le vicende del rifacimento dopo la morte del suo autore. Infatti l'editore Francesco Calvo aveva, in questi anni, intenzione di pubblicare per la prima volta il rifacimento del Berni, avvalendosi della collaborazione di un revisore, il quale era proprio Gian Alberto Albicante. Giunto a conoscenza di ciò, l'Aretino, che si trovava nel bel mezzo della "zuffa" suddetta, e preoccupandosi per quella stampa del rifacimento, nel quale era sicuramente contenuto anche il suo nome, associato a parole o concetti poco lusinghieri, pensò bene di interrompere quel battibecco volgendolo ai propri fini. Ecco quindi il "divino Aretino" umiliarsi di fronte all'Albicante con efficaci richieste di pace, in cambio di una raccomandazione presso Francesco Calvo. A questo punto ci occorre menzionare una lettera che l'Aretino inviò al Calvo il 16 febbraio del 1540, nella quale, molto gentilmente, si impone all'editore una scelta: "sète obbligato o a non dar fuora il libro, o a purgarlo da ogni maladicentia". Il docile Calvo, forse impaurito dal famoso temperamento dell'Aretino, decise così di stampare il libro privo di quelle maldicenze (pp. 543-546)

      La prima edizione del rifacimento uscì il 1 gennaio del 1542 dalla tipografia di Andrea Calvo (fratello di Francesco) a Milano, riveduta e corretta da Gian Alberto Albicante (p. 555)

      La revisione del rifacimento da parte dell'Albicante fu scrupolosa e lunga (occorsero infatti due anni). Oltre ai tagli che il rifacimento subì si possono scoprire anche numerose aggiunte sicuramente nel primo canto, in parte del secondo e negli ultimi due. In questi brani la mano dell'Albicante, con l'aiuto certamente dell'Aretino, è senza dubbio riconoscibile (pp. 561-562)