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     Nel settembre del 1533 il cardinale Ippolito si recò a Nizza per il matrimonio di Caterina De' Medici con il figlio di Francesco di Francia. Durante il viaggio il Berni rifiutò di seguirlo fermandosi a Firenze e rompendo successivamente con lui ogni rapporto. Entrò, fra l'altro, in stretti rapporti con il duca Alessandro De' Medici, risaputo antagonista del cardinale (p. 19)
 

VIRGILI



     Alessandro De' Medici era a Firenze primo duca, preferito al cardinale Ippolito De' Medici da papa Clemente VII. Fra i due antagonisti correva un "odio mortale" e il Berni, appena abbandonato il cardinale, ebbe la malaugurata occasione di frequentare ed intrattenere spesso il duca, aggiungendo quindi al dispetto per l'abbandono anche questo (p. 461)

     Durante il soggiorno fiorentino il nostro autore praticava assiduamente il palazzo della famiglia Cybo, dove vivevano, con la madre, le marchesane Ricciarda e Taddea Malaspina. Il palazzo era spesso frequentato dalla cognata di Ricciarda, Caterina Cybo Varano duchessa di Camerino, e dai fratelli del marito, i quali si trovavano in disinvolta confidenza con la cognata. In questa piccola corte fiorentina le marchesane conducevano una spensierata e facile vita, circondate di amanti, fra i quali sembra anche il duca Alessandro De' Medici. Molto probabile, fra l'altro, che anche il nostro autore coltivasse una passione amorosa per una delle due marchesane, alle quali era molto caro; non solo, il destino volle che morisse proprio in questa casa, assistito dalle loro amorevoli cure (pp. 485-488)

     In quali rapporti fosse il Berni con il duca, nell'ultimo periodo della sua vita, non è facile a dirsi, poiché il duca non è mai nominato nei suoi scritti. C'è rimasto solo un sonetto (LXVIII Sonetto delli Bravi), nel quale il Berni deride la severità ed intransigenza della magistratura, retta appunto dal duca, e un epitaffio in morte del cane di quest'ultimo (p. 488)

Finché visse il papa i rancori fra il cardinale Ippolito e il duca Alessandro rimasero sotterranei (anche se mal celati) ma alla sua morte scoppiarono in aperta ribellione, soprattutto quando i cardinali fiorentini Salviati, Ridolfi, Gaddi e gli Strozzi si schierarono dalla parte del cardinale. Subito iniziarono pratiche presso l'imperatore di Spagna per spodestare il duca. Così quest'ultimo fu costretto a correre ai ripari e per far ciò occorse un agente: la scelta cadde proprio sul Berni. Sembra che il suo compito consistesse nel propinare del veleno al cardinale Salviati, che divideva, fra l'altro, vecchi rancori con il duca. Il 26 maggio 1535 il Berni morì in casa Cybo, molto probabilmente vittima di quello stesso veleno che rifiutò di servire al Salviati.
     Il corpo del Berni fu sepolto in gran fretta e sulla sua morte fu calato un velo d'indifferenza e di mistero (pp. 491-493)