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ROMEI Introduzione



     "A partire dal 1524 [...] scompare di colpo la poesia latina, scompare la poesia dell'equivoco, compare la prosa" (p. 10)

     "Fra le due opere in prosa del Berni, entrambe di questo periodo, conviene partire dal Dialogo contra i poeti, pubblicato anonimo forse nel 1526. È un opuscolo di gusto paradossale e [...] lucianesco, connotato da una fioritura giocosa persino farsesca, in carattere con la stilizzazione più coerente dell'autore. Ma è, nella sostanza, un opuscolo acremente polemico, con punte di autentica crudeltà [...], che denuncia e condanna l'inane protervia, lo squallore morale, l'empietà della poesia umanistica [...]. Le complicità ideologiche che traspaiono dal dialogo (la disputa rigorista contro la poesia, la disputa sull'imitazione [...]) escludono perentoriamente che vi si possa leggere una poetica delle 'bagatelle', del disimpegno giocoso, o, al contrario, dell'impegno realistico, malgrado le istanze di petrosa concretezza che vi sono espresse [...]: per la poesia non c'è scampo, la giustificazione è soltanto nelle 'opere virtuose', nella rettitudine morale. Quanto a sé, 'se quelle baie' che ha fatto 'se debbono chiamare poesia', il Berni conferma solennemente 'che si spoeta'" (pp. 10-11)