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SATIRA POLITICA

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DEL TESTO

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STUDI



 

ROMEI Introduzione



     L'arco temporale in cui la satira politica del Berni si iscrive riguarda soprattutto il primo periodo gibertino, fino al 1527. Praticandola il Berni dimostrò di non credere nei progetti politici del suo padrone Giberti, esprimendo "un ironico distacco – se non un netto dissenso – non solo dalle titubanze del papa (XXIV), che poteva essere condiviso – o addirittura ispirato – dal datario, ma anche dalla politica della Lega Santa [XXX], voluta in prima persona dal Giberti [...], condividendo, semmai, l'ostilità degli uomini d'affari fiorentini verso una politica di guerra che rovinava i commerci" (p. 10), come appare dal sonetto XXIX ai vv. 12-17, nel quale si prevede addirittura la tragica fine di tali manovre politiche (vv. 24-26).
     Il metro prediletto dalla satira politica è sicuramente il sonetto. È da notare, inoltre, che in questo genere si innesta quello della pasquinata (si pensi al sonetto XXIV, Un papato composto di rispetti), alla quale il Berni riuscì ad imprimere un "impulso nuovo e significativo" (p. 11)