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Vedesi per esperienza che e prìncipi, ancora che grandi, hanno carestia grandissima di ministri bene qualificati. Di questo nessuno si maraviglierà quando e prìncipi non hanno tanto giudicio che sappino conoscere gli uomini, o quando sono sì avari che non gli vogliono premiare, ma pare bene da maravigliarsene ne' prìncipi che mancano di questi dua difetti, perché si vede quanto gli uomini di ogni sorte desiderano servirgli e quanta commodità loro abbino di beneficargli. Nondimeno non debbe parere sì maraviglioso a chi considera la cosa in sé più profondamente: perché uno ministro di uno principe - io parlo di chi ha a servire di cose grande - bisogna che sia di estraordinaria sufficienza, e di questi si truovano rarissimi; e oltre a questo è necessario sia di grandissima fede e integrità, e questa è forse più rara che la prima; in modo che, se non facilmente si truovano uomini che abbino alcuna di queste due parte, quanto più rari si troveranno quegli che l'abbino tutt'a dua! Questa difficultà modererebbe assai uno principe prudente, e che non si riducessi a pensare giornalmente a quello che gli bisogna, ma, anticipando col pensiere, scegliessi ministri non ancora fatti, e quali esperimentando di cosa in cosa e beneficando, si assuefacessino alle faccende e si mettessino nella servitù sua; perché è difficile trovare in uno tratto uomini fatti della qualità detta di sopra, ma si può bene sperare col tempo di fargli. Vedrassi bene che più copia hanno di ministri e prìncipi seculari che e papi, quando ne fanno la debita diligenza: perché più rispetto s'ha al principe seculare e più speranza di potere perpetuare nella sua servitù, vivendo lui per lo ordinario più lungamente che el papa, e succedendogli uno che è quasi el medesimo che lui, e potendo el successore fidarsi facilmente di quegli che sono stati adoperati o cominciati a adoperare dallo antecessore. Aggiungnesi che per essere e ministri del principe seculare o sudditi suoi o almeno beneficati di cose che sono nel suo dominio, sono necessitati avergli sempre rispetto o temergli, e loro e e successori: le quali ragione cessano ne' pontefici, perché, essendo communemente di brieve vita, non hanno molto tempo a fare uomini nuovi, non concorrono le ragione medesime di potersi fidare di quelli che sono stati a presso allo antecessore, sono e ministri uomini di diversi paesi non dependenti dal pontificato, sono beneficati di cose che sono fuori delle mani del principe e successori, non temono del nuovo pontefice né hanno speranza di continuare el servizio suo con lui: in modo che è pericolo non siano più infedeli e manco affezionati al servizio del padrone che quelli che servono uno principe seculare.