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   BERNI  XV 61 [I xv 61]

   BOIARDO  I xv 58-60
 

PREMESSA

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DEL TESTO

NOTA
AL TESTO

BIBLIOGRAFIA

SIGLE

PERSONE

SOGGETTI

Rime
 

60
Se disarmato alcun vede per sorte,
O che punto scantoni dalla schiera,
Nol camperebbe Apollo dalla morte;
Poi guarda intorno con la faccia altiera,
E vede il campo insieme stretto e forte,
Che tien dal monte insin alla riviera,
Per ogni verso quattro leghe grosse
Empie ogni cosa, sì com'acqua fosse.
61
Qual di scirocco suole il caldo fiato       
L'aria l'inverno liquefatta in pioggia,
E di Turin la neve e Monferrato
Far crescer Po con disusata foggia;
Onde vien furioso e smisurato,
E gli argin rompe, o sopra enfiato poggia,
E valli e bassi e fossi e balzi agguaglia;
L'acqua infinita altrui la vista abbaglia:
62
Tal era quella gente; e tanta essendo,
Agrican si dispera che de' un solo
Orlando tema, il corno suo sentendo:
Ma egli ha cor per tutto quello stuolo;
E non Orlando sol, ma mille essendo
Par suoi, gli vuol mandar per l'aria a volo;
E suona anch'egli il corno orribilmente,
Com'udirete nel canto seguente.
 
58
E come vede alcun che non è armato,
O che se alonghi alquanto della schiera,
Subitamente il manda morto al prato.
Guarda de intorno la persona altiera,
E vede il grande esercito adunato,
Che tien da il monte insino alla riviera.
Quattro leghe è quel piano in ogni verso:
Tutto lo copre quel popol diverso.









59
Gran maraviglia ha il re Agricane il fiero
Che quella gente, grande oltra misura,
Sia spaventata da un sol cavaliero;
Perché ciascun tremava di paura,
Ed esso per se solo in sul destriero
Di contrastare a tutti si assecura;
Quei cavalieri e Orlando paladino
Manco li stima che un sol fanciullino.
60
E sol se avanta il campo mantenire
A quanti ne uscirà di quella rocca;
Tutti li sfida e mostra molto ardire,
Forte suonando col corno alla bocca.
Ne l'altro canto potereti odire
Come l'un l'altro col brando se tocca,
Che mai più non sentisti un tal ferire:
Poi di Ranaldo tornarovi a dire.
 
GUIDA