INDICE
   BERNI  LXIX 1-9 [III ix 1-9]

   BOIARDO  III ix 1-2

PREMESSA

INDICE
DEL TESTO

NOTA
AL TESTO

BIBLIOGRAFIA

SIGLE

PERSONE

SOGGETTI

Rime
 

1
Tra tutti i casi che d'amor si vede,
De' più diversi d'amorosi effetti,
Questo tra gli altri al mio parer si crede,
Che va contrario per li bei diletti:
Ogni animal di par si fâce erede,
E per le coppie eguali stan soggetti;
Ma se ne vien alcun di strano, cura
È per esempio raro di natura.
2
Natura gran maestra delle cose,
Ch'in van non s'affatica di su'arte,
Va per le forme ognor più dilettose,
Ove si forma in noi la bella parte;
E crescono da poi fiamme amorose,
U' il ben d'amor in terra ne comparte,
Sì ch'ogni cor dispone a qualch'effetto,
Secondo che si vede per l'obbietto.
3
Però natura è quella che dispone
Tutte le forme in queste parti e 'n quelle;
Ma differenti sono le persone,
Secondo degli effetti delle stelle;
E se le forme in noi ci son men buone,
O men pregiate tra le cose belle,
Non possiamo saper la gran potenzia
Che sta rinchiusa in la divina essenzia.
4
Questa congiunse dai primi parenti
L'uomo e la donna parimente eguali;
E l'altre coppie con diversi accenti
(Per dir al fin di tutti gli animali)
Così di pari denno andar contenti
Secondo le nature universali;
Ma gli è un proverbio di contraria cura,
Che le fiamme d'amor non han misura.
5
Però io credo in questo manco male
Donna con donna in amoroso foco,
Non possa di Cupido bagnar l'ale,
Né disfogarsi il dilettoso gioco:
Ma un altro caso fuor di naturale
Parmi di porr'oscuro in questo loco,
Che si congiunge un uomo all'altro in cura
Per vituperio espresso di natura.
6
Se Fiordespina dell'inganno accesa,
Che vide addormentato il cavaliero,
Bramava di seguir d'amor l'impresa,
Ben si pensava giusto il suo pensiero:
Era ragion di non aver contesa,
Anzi provarsi con l'effetto intiero;
Che s'amor l'avea teso il dolce inganno,
Stava mirando di alleviar l'affanno.
7
L'affanno era tal che amor le pose,
Che dentro 'l petto ha la gran fiamma ardente;
E per sfogar sue voglie dilettose,
Si conturbava sempre nella mente:
E per le selve e per le piagge erbose
Andava col pensiero e 'l cor dolente;
E sempre gli era innanzi quel bel viso,
Che parea fatto su nel paradiso.
8
Or si comincia questa bella istoria
Della bella e gioiosa Fiordespina;
E s'altra si ritrova in gran memoria

Egual di questa, vaga e pellegrina,
Vo' dir ch'amor non pregia la sua gloria,
Né sa che cosa mai si sia divina;
Che questa è la più bella da dovero,
Che tien svegliato sempre il mio pensiero.
9
Amor, tu vuoi ch'io il dica, e me ne sproni,
E ti conosco in faccia chiar'al segno;
Io il pur dirò, se li miei versi buoni
Saranno, quanto n'è il soggetto degno;
Ma ben ti prego che non m'abbandoni,
E che discendi alquanto dal tuo regno,
Acciò ch'il canto mio con gran diletto
A chi l'ascolta accende il core in petto.
10
E com'in su l'aurora al primo albore
Danno splendor le stelle mattutine,
Tal questa corte lûce in tanto onore
Di cavalieri e donne pellegrine:
Onde scender tu puoi del ciel, Amore,
Tra queste genti angeliche e divine;
E se discendi, chiaro ti so dire
Ch'al tuo voler non ne saprai partire.
 
 








































































1
Poi che il mio canto tanto a voi diletta,
Ché ben ne vedo nella faccia il signo,
Io vo' trar for la citera più eletta
E le più argute corde che abbia in scrigno.
Or vieni, Amore, e qua meco te assetta,
E se io ben son di tal richiesta indigno,
Perché e mirti al mio capo non se avoltano,
Degni ne son costor che intorno ascoltano.
2
Come nanti l'aurora, al primo albore,
Splendono stelle chiare e matutine,
Tal questa corte luce in tant'onore
De cavallieri e dame peregrine,
Che tu pôi ben dal cel scendere, Amore,
Tra queste genti angelice e divine;
Se tu vien' tra costoro, io te so dire
Che starai nosco e non vorai partire.
 
GUIDA