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   BERNI  XL 1-4 [II xi 1-4]

   BOIARDO  II xi 1-3
 

PREMESSA

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DEL TESTO

NOTA
AL TESTO

BIBLIOGRAFIA

SIGLE

PERSONE

SOGGETTI

Rime
 

1
Si suol cotidïanamente usare
Un sì fatto proverbio fra la gente:
Che ci bisogna molto ben guardare
Dal primo errore ed inconvenïente;
E sempre mai con l'arco teso stare,
Sempre mai esser cäuto e prudente,
Diligente, svegliato, accorto, attento;
Ch'un disordin che nasca, ne fa cento;
2
Anzi pur fagli la nostra follia.
Fassi (com'intervien spesso) un errore;
E chi lo fa, per non parer che sia
Stato egli, il vuol coprir con un maggiore;
Poi fanne un altro, e va di lungo via
In infinito; e diventa furore,
Bestialità, superbia, ostinazione;
Né si pôn più corregger le persone.
3
Ché poi che la disgrazia o l'imprudenzia
Nostra ci ha fatto far qualche peccato,
Se volessimo farne penitenzia,
E la superbia non ci fusse a lato,
E l'ira e la perversa coscïenzia
A dir ch'è bene a tenerlo celato,
E mettessimo al punto le brigate;
Che men mal si faria vo' che crediate.
4
Chi è quel pazzo ch'avendo perduto
Qualche cosa, e vedendo che si getta,
Per ristorare il danno ricevuto,
Spesa o fatica o opera vi metta?
Marfisa l'occhio non aveva avuto
Alla sua spada, e vuol or con la fretta
Ricuperarla; e n'ebbe tanta cura,
Ch'oltre alla spada perdé l'armadura.
5
L'istoria in altra parte vi si serba:
Bastivi per adesso aver inteso
Che correndo era giunta in su quell'erba
Dietro a Brunello, ed ancor non l'ha preso;
Onde di sdegno l'anima superba,
E di stizza e di rabbia il core ha acceso,
Poi che con tanta sua vergogna e pena
Colui l'aggira, e dietro se la mena.
 
1
Gente cortese, che quivi de intorno
Seti adunati sol per ascoltare,
Dio vi dia zoia a tutti, e ciascun giorno
Vostra ventura venga a megliorare;
Ed io cantando a ricontar ritorno
La bella istoria, e voglio seguitare
Ove io lasciai Marfisa sopra al piano,
Che è posta in caccia dietro allo Africano:


















2
Dietro a quel ladro, io dico, de Brunello,
Che già dal re Agramante fu mandato
Per involar de Angelica lo anello;
Ma lui più fie' che non fu comandato,
Perché un destriero il falso ribaldello
De sotto a Sacripante avea levato,
Ed a Marfisa di man tolse il brando;
So che sapeti il tutto, e come, e quando.
3
E lei, che a meraviglia era superba,
Sì come già più volte aveti inteso,
L'avea seguito in quel gran prato de erba
Già da sei giorni, ed anco non l'ha preso;
Onde di sdegno la donzella acerba
Se consumava ne l'animo acceso,
Poi che con tante beffe e tanto scorno
Li agira il capo quel giottone intorno.
 
GUIDA