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   BERNI  LXIV 1-3 [III iv 1-3]

   BOIARDO  III iv 1
 

PREMESSA

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DEL TESTO

NOTA
AL TESTO

BIBLIOGRAFIA

SIGLE

PERSONE

SOGGETTI

Rime
 

1
Rovere dura e di tre doppi rame
Intorno al petto ebbe quel primo il quale
Dell'oro vinto dall'ingorda fame
Commise al mare orrendo il legno frale;
Né teme il tempestoso Africo infame,
Che combatte con Borea; né so quale
Grado di morte temesse quel stolto
Che vide il mar gonfiato e vi fu còlto.
2
Iddio prudente adunque tagliò in vano
L'una terra dall'altra, e le divise
Col largo impraticabile Oceano;
Da poi che l'empie navi in tante guise
Fatte; il prosuntuoso seme umano
Quasi contra sua voglia entro vi mise:
Seme prosuntuoso, che a' peccati
Corre sempre, che più gli son vietati.
3
Omai non è difficile a' mortali
Più cosa alcuna: insin al cielo andiamo
Con la stoltizia, tanto grandi ha l'ali,
Tanto con la superbia alto voliamo:
Né medïante gli empi nostri mali
Por le saette a Giove giù lasciamo;
Ognor l'ira del ciel chiamiamo in terra
La fame a darci, e la peste e la guerra.
4
Se vi poteste un uomo imaginare,
Il qual non sappia quel che sia paura,
E se volete un bel modo trovare
Da spaventar ogni anima sicura,
Quando è fortuna, mettetel' in mare;
Se non lo teme, se non se ne cura,
Colui per pazzo abbiate, e non ardito,
Perch'è diviso dalla morte un dito.
 
 


























1
Segnor, se voi potesti ritrovare
Un che non sappia quel che sia paura,
O se volesti alcun modo pensare
Per sbigottire una anima sicura,
Quando è fortuna quel poneti in mare,
E si non se spaventa o non se cura,
Toglietelo per paccio, e non ardito,
Perchè ha con morte il termine de un dito.
 
GUIDA