INDICE |
BERNI XVI 1-4 [I xvi 1-4] |
BOIARDO I xvi 1-2 |
PREMESSA |
1 Il più bello imparar filosofìa, Non di costumi sol, ma naturale, Senza troppo studiar, mi par che sia Guardare a chi fa bene e chi fa male: E fu certo bizzarra fantasìa, E piena d'alto giudicio e di sale, Quella di que'dui savj, ch'un piagneva, E l'altro d'ogni cosa si rideva. 2 Rideva l'un, che gli uomini eran pazzi; L'altro la lor miseria sospirava, Considerando i travagli e' sollazzi Magri del mondo, e quel che se ne cava: E forse che non par ch'ognun s'ammazzi? Chi va per mar, chi per terra, chi brava, Chi fa il ricco, chi il bello e chi lo scaltro, Chi sel becca in un modo e chi in un altro. 3 Ma sopra que' che sel divoran poi, Son re e genti di gran condizïone, De' quai l'opre pare, o sciocchi, a voi Che fatte sien con senno e con ragione, E ne sanno tal volta men di noi: Ma il male è che le povere persone Portan le pene delle colpe loro; E così quel ch'è piombo ci par oro. 4 E così si risolve finalmente, Che la minor pazzìa ch'un possa fare, È, ammirare ed appetir nïente; E da questo Agrican senno imparare, Che l'onore e la vita, e tanta gente, E tanti regni e tante cose care, E sette re ch'aveva al suo comando Perdé in un giorno sol per man d'Orlando. |
1 Tutte le cose sotto della luna, L'alta ricchezza, e' regni della terra, Son sottoposti a voglia di Fortuna: Lei la porta apre de improviso e serra, E quando più par bianca, divien bruna; Ma più se mostra a caso della guerra Instabile, voltante e roinosa, E più fallace che alcuna altra cosa; 2 Come se puote in Agrican vedere, Quale era imperator de Tartaria, Che avia nel mondo cotanto potere, E tanti regni al suo stato obedia. Per una dama al suo talento avere, Sconfitta e morta fu sua compagnia; E sette re che aveva al suo comando Perse in un giorno sol per man di Orlando. |
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