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   BERNI  XVII 1-4 [I xvii 1-4]

   BOIARDO  I xvii 1
 
PREMESSA

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DEL TESTO

NOTA
AL TESTO

BIBLIOGRAFIA

SIGLE

PERSONE

SOGGETTI

Rime
 

1
Umana cosa, anzi santa e divina,
È agli afflitti aver compassïone.
Questa virtù fra l'altre, o disciplina,
Dalle bestie discerne le persone;
Ond'è detto colui che non s'inchina,
Né l'anima rubella mai dispone
A mercede e pietà, ma stassi altiero,
Dalle fiere, bestial, selvaggio e fiero.
2
Però già ci soleva esser nimica
L'empia barbarie degli oltremontani,
Non è più ora, anzi ognun la nutrica;
Dico a voi, miei signori Italïani,
Che con tanta vergogna, onta e fatica
Chiamate all'ossa vostre e carni i cani,
E con le vil vostre voglie spezzate
Il cor del mondo e l'anima guastate.
3
Non si potrebbe agli appetiti vostri
Sfrenati e pazzi altro modo trovare,
Che con questi crudel, barbari mostri
Prima sé, po' 'l compagno rovinare?
Ma questo è 'l merto ch'a' peccati nostri
L'alta di Dio giustizia usa di dare,
E darà sempre, come sempre diede,
In sin che altra ammenda in noi non vede.
4
La quale ammendazion la via sarebbe
Di far tornare il secol d'oro ancora,
E tutto il ben aver, che quel già ebbe:
Ma non parliam di questo più per ora.
A Rinaldo di quel che piagne increbbe,
E lo scongiura per quel ch'egli adora,
Che la miseria sua gli voglia aprire;
Onde piagnendo così prese a dire:
 
 


























1
Io vi promisi contar la risposta,
Ne l'altro canto, di quel cavalliero
Che avea l'alma a sospirar disposta,
Quando Ranaldo lo trovò al verziero,
Presso alla fonte di fronde nascosta;
Ora ascoltati il fatto bene intiero.
Quel cavallier in voce lacrimose
Con tal parole a Ranaldo rispose:
 
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