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BERNI XXIII 1-2 [I xxiii 1-2] |
BOIARDO I xxiii 1 |
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1 Io non mi voglio or più maravigliare Che quella giovinetta si lasciasse Dallo splendor di quei pomi abbagliare, Poi che costui, ch'è maschio, anche vi trasse. O cieca sete, che non sai tu fare Con que' tuoi scrigni e con quelle tue casse, E con la chiave che 'l tesoro serra? Pari alla tua non è possanza in terra. 2 Che ne cavate, miseri, in effetto? Favvi l'oro servar più sani e grassi? Così potreste (al mio parere) stretto Tenere in cassa un tesoro di sassi: Ma che? Di questo non fu mai più detto; Meglio è ch'anch'io con gli altri me la passi, C'hanno dell'avarizia assai parlato, E pur sempre ad un modo il mondo è stato. 3 Brandimarte invaghito delle corna, Lasciò Orlando, ch'ebbe più cervello; Poi stracco di seguirle, se ne torna; E del Sol sendo spento il lume bello, Non so se dico sonnotta o soggiorna Addormentato sotto un arbuscello; Poi desto al dì, gli parve voce umana Sentir dolersi non molto lontana. |
1 Seguendo, bei segnori, il nostro dire, Brandimarte dal conte era partito, E perse il cervo e posese a dormire; Ma poi, al novo giorno resentito, Al suo compagno volea rivenire; E già sopra il destrier sendo salito, Ascoltando li parve voce umana Che si dolesse, e non molto lontana. |
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