INDICE |
BERNI LII 1-2 [II xxiii 1-2] |
BOIARDO II xxiii 1-3 |
PREMESSA |
1 Se non si diventasse irregolare, Direi ch'io sono in gran disìo sospinto D'aver veduto quella guerra fare, Dove fu Malagigi dianzi vinto, Per saper se 'l dimonio è come pare, S'egli è sì brutto com'egli è dipinto; Ché non lo veggo uguale in ogni loco, Ove ha più corna, ove più coda un poco. 2 Ma sia qual vuole, io n'ho poca paura, Che solo a' tristi e disperati nuoce; Ed un rimedio anc'ho che m'assicura, Che mi so fare il segno della croce. Or lasciaml'ire in sua mala ventura Nella fiamma infernal dove si cuoce In pena sempiterna, in doglia e in pianto, E noi torniamo al nostro usato canto. 3 Ferraù se n'andava a Montalbano Col figlio d'Ulïeno in compagnia, E Malagigi prigione e Viviano; Nè già mai si posarno per la via, Sin che trovâr l'esercito pagano, Ch'avea gran nobiltà di baronìa, Re, duchi, cavalier, marchesi e conti; Son coperte di tende i piani e' monti. |
1 Quella battaglia orribile e infernale Che io ve ho contata, e piena di spavento, Me piacque sì che, s'io non dico male, Mirarla in fatto avria molto talento, Sol per veder se il demonio è cotale E tanto sozzo come egli è dipento, Ché non è sempre a un modo in ogni loco: Qua maggior corne, e la più coda un poco. 2 Sia come vôle, io ne ho poca paura, Ché solo a' tristi e a' desperati nôce, E men fatica ancor più me assicura, Ché io so ben fare il segno de la croce. Or via lasciamolo in mala ventura Nel fuoco eterno che il tormenta e coce, Ed io ritorno a dilettarvi alquanto Ove io lasciai l'istoria a l'altro canto. 3 Andando Feraguto a Montealbano E Rodamonte, come io ve contai, Che preso ha Malagise a Vivïano, Via caminando non restarno mai, Sin che trovâr lo esercito pagano, Che avea gran nobiltate e gente assai; Re, duci, cavallier, marchesi e conti Coperti di trabacche han piani e monti. |
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