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BERNI LXVII 71 [III vii 71] |
BOIARDO III vii 44-53 |
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70 Quel che te la promise, te l'attenda, Rispose il conte in gran furia salito; Io parlo chiaro acciò che tu m'intenda, Che non è cavalier sì bravo e ardito, Dal quale io la mia spada non difenda, Anzi di lei nol mandi ben fornito; E se tu di quelli uno esser hai brama, Vien, ch'ella bella e nuda a sé ti chiama. 71 Or eccogli alle mani; ecco Gradasso C'ha pur trovato il disïato brando. L'ira, la furia, il romore, il fracasso Che qui si fece, al pensier vostro mando; E le minuzie fastidiose passo De' copi di costui, di quei d'Orlando, Il disarmarsi, il farsi tramortire, L'aspro di due valenti alto ferire. 72 Aspro più ch'alcun mai, duro e spietato, Lungo, fiero, mortal troppo e villano. Ruggier, al qual non era punto grato, A parlar cominciò discreto e umano Per accordar fra lor l'empio mercato; Ed altrettanto ne facea quel nano, Pregando che la van lor contesa Non differisca quella bella impresa; |
43 - Se lui te la promisse, e lui te attenda! - Rispose il conte, in collera salito - Ben parlo chiaro, e vo' che tu me intenda, Che non è cavallier cotanto ardito, Dal qual mia spata ben non mi diffenda; E se a te piace mo questo partito Di guadagnarla in battaglia per forza, Eccola qua: ma guardati la scorza. - 44 Così dicendo avea già tratto il brando, A cui piastra né usbergo non ripara; Gradasso d'altra parte fulminando Trasse del fodro la sua simitara. Araldo non vi è qua che faccia il bando, Né re che doni il campo chiuso a sbara; Ma senza cerimonie e tante ciacare Ben se azufarno, e senza trombe e gnacare. 45 E cominciano il gioco con tal fretta, Con tanta furia e con tanta ruina, Che l'una botta l'altra non aspetta; De intorno al capo l'elmo gli tintina, E ciascun colpo fuoco e fiama getta. Come sfavilla un ferro alla fucina, Come chiocca le fronde alla tempesta, Cotal l'un l'altro mena e mai non resta. 46 Menò a due mano il conte un colpo crudo, Con tal furor che par che il mondo cada; Gradasso il vidde e riparò col scudo, Ma non giova riparo a quella spada: La targa e usbergo in fino al petto nudo Convien che 'n pezzi a la campagna vada, E la gorzera e parte del camaglio Ne portò seco a terra de un sol taglio. 47 Quando il re franco del colpo se avvide, Mena a due mano e il fren frangendo rode; Sino alla carne ogni arma li divide, E 'l gran rimbombo assai de intorno se ode. Dice Gradasso, e tutta fiata ride: - Se ben ti rado, facciati bon prode! In questa volta più non te ne toglio, Perché a mio senno il pel non è ancor moglio. - 48 Diceva il conte: - Che bufonchie, che? Prima che quindi te possi dividere, Tante te ne darò che guai a te, E insegnarotti in altro modo a ridere. - Rispose a lui Gradasso: - Per mia fè! Se omo del mondo me avesse a conquidere, Esser potrebbe che fusti colui; Ma in verità né te stimo né altrui. 49 Quando un tuo pare avessi alla centura, Non restarei di correre a mia posta. Se pur te piace, prova tua ventura: Vieni oltra, vieni, e a tuo piacer te accosta. - Orlando se avampò fuor di misura, Dicendo: - Poco lo avantar ti costa; Ma tra fatti e parole è differenzia, Del che vedremo presto esperïenzia. - 50 Tuttavia parla e mena Durindana, Ad ambe mano un gran colpo gli lassa; Manda il cimiero a pezzi in terra piana, E 'l copo col torchion tutto fraccassa. Risuonò l'elmo come una campana, E il re chinò giù il viso a terra bassa; Di sangue ha il naso e la bocca vermiglia, Perse una staffa e abandonò la briglia. 51 Ma non perciò perdette la baldanza Quel re superbo, e divenne più fiero; Parea di foco in faccia alla sembianza. Mena a duo mani e gionse nel cimiero Con tanto orgoglio e con tanta possanza, Che il coppo e il torchio manda nel sentiero. Risuonò l'elmo, ed accerta Turpino Che un miglio o più si odette in quel confino. 52 E fu per trabuccar de lo arcion fuore Il franco conte a quel colpo diverso; La sembianza proprio ha d'un om che more, E piedi ha fuor di staffe e 'l freno ha perso. Fuggendo via ne 'l porta il corridore Per la campagna, a dritto ed a traverso, E 'l re Gradasso il segue con la alfana, Per darli morte e tuorli Durindana. 53 Pur ne la istoria il ver se convien dire: A suo dispetto li dava de piglio; Ma Brandimarte non puote soffrire Vedere Orlando posto in tal periglio, Onde correndo se 'l pose a seguire. Voltò Gradasso il viso, alciando il ciglio, E disse: - Anco tu vai cercando noglia? Io ne ho per tutti; venga chi ne ha voglia. - 54 Ma in questo Orlando se fu risentito, E ver Gradasso vien col brando in mano. Rugiero allora, el giovane fiorito, Fra lor se pose con parlare umano, Cercando de accordargli ogni partito; E similmente ancor faceva il nano Pregando per pietate e per mercede Che vadano alla impresa che lui chiede. |
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