INDICE |
BERNI LXVIII 1-2 [III viii 1-2] |
BOIARDO III viii 1-3 |
PREMESSA |
1 Al tornar della mente che si chiuse Dinanzi alla pietà di Carlo Mano, Dico che la pietà dal core escluse Del suo signor al senator romano; Di doglia e di vergogna si confuse: Amor pur lo lasciò di tanto sano, Che vise (ancor che non vuol confessarlo) Che male aveva fatto a lasciar Carlo. 2 Però fece di sopra quel sermone, Quella orazion così santa e morale: E veramente, sì com'ha ragione Un di piantarlo, quando gli fa male, Così ancor, quand'è buono un padrone, Servirlo e amarlo è cosa naturale; Anzi che sia non credo altro martello, Amore e gelosia simile a quello. 3 Sopra lasciai (se vi ricorda) quando S'udì il romor nel campo de' Pagani, Talabalacchi e timpani sonando, Istrumenti di bronzo e corni strani; Allor che Brandimarte e 'l conte Orlando Giunti in sul poggio, e giù gridando i piani, Vider tanta canaglia e tante schiere, Un bosco folto di lance e bandiere. |
1 Dio doni zoia ad ogni inamorato, Ad ogni cavallier doni vittoria, A' principi e baroni onore e stato, E chiunque ama virtù, cresca di gloria: Sia pace ed abundanzia in ogni lato! Ma a voi, che intorno odeti questa istoria, Conceda il re del cel senza tardare Ciò che sapriti a bocca dimandare. 2 Donevi la ventura per il freno, E da voi scacci ogni fortuna ria; Ogni vostro desio conceda a pieno, Senno, beltade, robba e gagliardia, Quanto è vostro voler, né più né meno, Sì come per bontate e cortesia Ciascun di voi ad ascoltare è pronto La bella istoria che cantando io conto. 3 La qual lasciai, se vi ricorda, quando Sorse il gran crido al campo de' Pagani, Talabalachi e timpani suonando, Corni di brongio ed instrumenti istrani, Alor che Brandimarte e il conte Orlando, Gionti ne' poggi e riguardando e piani, Vider cotanta gente e tante schiere Che un bosco par di lancie e di bandiere. |
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