INDICE |
BERNI III 1-3 [I iii 1-3] |
BOIARDO I iii 1-2 |
PREMESSA |
1 In questa mortal vita fastidiosa, Fra l'altre cose che ci accade fare, Una non solamente faticosa E di difficultà piena mi pare, Ma bene spesso ancor pericolosa E piena d'odio; e questa è 'l giudicare; Che se fatto non è discretamente, Del suo giudicio l'uom spesso si pente. 2 Vuol esser la sentenzia ben matura, E da lungo discorso esaminata; Né la bisogna far per coniettura, Che quasi sempre inganna la brigata: E però in molti luoghi la Scrittura Con gran solennità ce l'ha vietata: E certo io son di quel parere anch'io, Che 'l far giudicio appartien solo a Dio. 3 Secondo il senso l'uom giudica e crede, Il qual da vari accidenti è 'ngannato. Ognun che in piazza Astolfo venir vede, Pensa ch'egli abbia a far com'era usato; E così in lui ha molto poca fede, Giudicando il presente dal passato: Non sa che potrebbe esser ch'egli avesse Qualche segreto che 'n sella il tenesse. 4 Da poi ch'egli ebbe favellato assai, E detto ingiuria a suo modo a colui, Che tanta stizza non ebbe ancor mai, Però ch'egli era avvezzo a dirla altrui; Non disse altro, se non: Spacciati ormai. Così i destrier voltaro tutti dui. Astolfo avea la sua lancia dorata, Che (come dissi dianzi) era salvata. |
1 Segnor, nell'altro canto io ve lasciai Sì come Astolfo al Saracin per scherno Dicea: - Briccone, non te vantarai, Se forse non te vanti ne l'inferno, Di tanti alti baron che abattuto hai. Sappi, come io te piglio, io ti governo Nella galea. Poi che sei gigante, Farotte onore, e serai baiavante. - 2 Il re Grandonio, che sempre era usato Dire onta ad altri, e mai non l'ascoltare, Per la grande ira tanto fu gonfiato, Quanto non gonfia il tempestoso mare Alor che più dal vento è travagliato E fa il parone ardito paventare. Tanto Grandonio se turba e tempesta, Battendo e denti e crollando la testa; |
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