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BERNI IV 1-4 [I iv 1-4] |
BOIARDO I iv 1 |
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1 Io non son sì ignorante né sì dotto, Ch'io possa dir d'amor né ben né male; S'egli sta sopra, o pur s'egli sta sotto Al giudicio e discorso naturale; Se l'uom sé stesso induce, o s'egli è indotto Ad essere or umano ed or bestiale; S'egli è destino, o pure elezione; Se l'uomo a posta sua sel leva e pone. 2 Quando si vede dui tori in pastura Combatter una vacca, o ver dui cani Una cagna, allor par che la natura Gli sforzi a farsi quegli scherzi strani. Quando si vede poi che guardia e cura, Occupazione, absenzia ci tien sani Da questa peste, o sia galanteria, Allora elezion par ch'ella sia. 3 Tanti uomini da ben n'han detto e scritto In lingua greca, in latina, in ebrea, In Roma già, in Atene, in Egitto; Un lo tien cosa buona, un altro rea: Non so chi s'abbia il torto, o chi 'l diritto, Non voglio starmi a metter la giornea: Basta ch'un male è amor malvagio e strano, E Dio guardi ciascun dalla sua mano. 4 Si voglion questi dui cavare il core, E poi combatton, come dir, per nulla; Che se l'un dessi al fin s'arrende o more, L'altro arà guadagnato una fanciulla. Combatte Orlando colmo di furore, Quell'altro Ferraù non si trastulla; Pari è la forza e la stizza e l'ardire, Ma il conte Orlando non la può patire. 5 Avea, fra l'altre grandi, una ventura Avuta il conte, quando fu fatato, Che nessuno a combatter con lui dura Tre giorni, e sia quanto si vuol barbato: Un sol Don Chiaro, mette la scrittura, E quest'altro folletto aver durato, Il quale in vero il fior fu de' Pagani; Onde bisogna ben menar le mani. |
1 L'altro cantar vi contò la travaglia Che fu tra' duo baroni incominciata; E forse un altro par di tanta vaglia Non vede il sol che ha la terra cercata. Orlando con alcun mai fe' battaglia Che al terzo giorno gli avesse durata, Se non sol duo, per quanto abbia saputo: L'un fu don Chiaro, e l'altro Feraguto. |
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