INDICE |
BERNI V 57 [I v 57] |
BOIARDO I v 52-53 |
PREMESSA |
56 Che si dirà di me, di Carlo in corte? Chi fia che pigli la difesa mia? O casa di Mongrana inclita e forte, La gloria e fama tua se ne va via. Oh fiera e veramente iniqua sorte! Che dirà Gano, e quell'altra genìa? Già potevo chiamarlo traditore: Parlar non posso or più, son senza onore. 57 O nave, o mare, o cielo, o stelle, o venti, Dove Rinaldo misero portate? Non mi portate più dove sian genti; Anzi in qualche diserto mi gittate, Dove sien orsi, lioni e serpenti; Anzi per far più tosto m'annegate, E m'ascondete nel più basso fondo, Ch'io non sia mai più udito o visto al mondo. 58 Così parlando il misero, al pugnale Tre volte pose man per ammazzarsi, Ed altrettante in su la sponda sale Della nave, disposto d'annegarsi: Tre volte gli fu detto che fa male; Onde di nuovo torna a lamentarsi, E guarda pure in parte, dove crede Che possa esser la terra, e non la vede. |
52 Che se dirà di me nella gran corte, Quando serà sentito il fatto in Franza? Quanto Mongrana se dolerà forte Che il sangue suo commetta tal mancanza! Come trïonfaranno in su le porte Gaino con tutta casa di Maganza! Ahimè! Già puote' dirli traditore: Parlar non posso più; son senza onore". 53 Così diceva quel baron pregiato, Ed altro ancora nel suo lamentare; E ben tre volte fu deliberato Con la sua spada se stesso passare; E ben tre volte, come disperato, Come era armato, gettarse nel mare: Sempre il timor de l'anima e lo inferno Li vetò far di sé quel mal governo. |
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