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BERNI VI 1-4 [I vi 1-4] |
BOIARDO I vi 1-2 |
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1 Di gloriose cose ed infinite Sono stati nel mondo molti autori. Di fatiche mai più non viste o udite, Di pericoli piene e di sudori; Di varie intenzïon son tutte uscite; Chi l'ha fatte ad istanzia di signori, Chi per amor, chi per farsi immortale; A chi ben n'è successo, ed a chi male. 2 Di questi i nomi glorïosi e begli Sempre saran, come d'Ercole e Bacco, Teséo, Bellerofonte, Achille e quegli Che il mondo a celebrar non fia mai stracco. Fra questi Orlando può ben stare anch'egli; Anzi, se quello ammazzator di Cacco, E quel bravo da Troja non s'adira, Dirò dove il giudicio mio mi tira. 3 Dirò ch'Orlando di tutti è maggiore; Perch'ognun di color fu aiutato Da Dei, da Dee che facevan favore Questa al figliuolo, e quell'altra al cognato. Orlando era uomo; e se si fa romore, Io dirò ch'anche Achille fu fatato, Ed aveva sua madre ch'era Dea, E l'ajutava a far ciò che facea. 4 Ma le comparazion son tutte odiose; Però torniamo al proposito nostro, E diciam che fra l'altre faticose Imprese sue questa fu certo un mostro, Un miracol che Dio la man vi pose; E non mi basterìa carta né inchiostro A scriver quel che in lui fusse più forte A questa volta, o 'l valore, o la sorte 5 L'ardito cavalier salta sul ponte; La sua mazza di ferro ha in man Zambardo; A mezza coscia non gli arriva il conte. Ma se gli lancia com'un lïopardo, Sì che ben spesso gli aggiugne alla fronte. Scarica un tratto il gigante gagliardo: Orlando, che venir lo vede d'alto, Dall'altro canto si getta d'un salto. |
1 Stati ad odir, segnor, la gran battaglia, Che un'altra non fu mai cotanto oscura. Di sopra odisti la forza e la taglia De Zambardo, diversa creatura. Ora odireti con quanta travaglia Fu combattuto, e la disaventura Che intravenne ad Orlando senatore, Qual forse non fu mai, né fia maggiore. 2 Lo ardito cavallier monta su il ponte; Zambardo la sua mazza in mano afferra. A mezza cossa non li aggiunge il conte, Ma con gran salti si leva da terra, Sì che ben spesso li tien fronte a fronte. Ecco il gigante che il baston disserra: Orlando vede il colpo che vien d'alto, Da l'altro canto se gittò de un salto. |
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