INDICE |
BERNI VII 1-5 [I vii 1-5] |
BOIARDO I vii 1 |
|
1 Miseri voi che non dormite mai, Voi che desiderate esser signori, Che con tante fatiche e tanti guai Andate dietro a grandezze e onori! Compassïon bisogna avervi assai; Però che sete di voi stessi fuori, E non sapete ben quel che cercate, Ché non fareste le pazzie che fate. 2 Questa grandezza, imperio, stato e regno, Giusto o non giusto, bisogna che sia; E che chi l'ha, ne sia degno o non degno. Il primo è una gran facchinerìa; Il secondo è bersaglio, obbietto e segno D'odio e d'invidia, e pien di gelosìa; E non è rogna, noia, inferno, affanno, Che s'agguagli alla vita d'un tiranno. 3 Un re, se vuole il suo debito fare, Non è re veramente, ma fattore Del popol che gli è dato a governare, Per ben del qual l'ha fatto Dio signore, E non perché l'attenda a scorticare; Anzi bisogna che sia servidore D'ognuno, e vegli, e non abbia mai bene, E de' peccati altrui porti le pene. 4 Io ho assomigliato un di costoro Ad un che sotto è pien di mal franzese, E sopra ha una bella vesta d'oro Che la miseria sua non fa palese. Né manca ancor con tutto questo a loro Quelle galanterìe ch'avete intese Dell'odio dell'invidia e de' disegni Che fa ognuno ognor sopra i lor regni. 5 Quel povero uom di Carlo sempre aveva Da pettinar qualche lana sardesca; Ognuno addosso gli occhi gli teneva: Per una fu tra l'altre questa tresca, Nella quale il Danese Urnasso leva (Acciò che il mio gracchiar non vi rincresca), Leva il Danese Urnasso dell'arcione Spaccato dalla testa al pettignone. 6 Ed era rotta quella prima schiera, Se non che quel caval dette col corno Una percossa al Danese sì fiera, Che vide il ciel stellato a mezzogiorno. Il corno nella coscia entrato gli era: Immedïate i suoi gli sono intorno; E perch'egli era in tre parti ferito, D'andarlo a medicar preson partito. |
1 Dura battaglia e crudele e diversa È cominciata, come ho sopra detto; Ora il Danese Urnasso giù riversa: Partito l'ha Curtana insino al petto. Questa schiera pagana era ben persa; Ma quel destrier de Urnasso maledetto Ferì il Danese col corno alla coscia: Lo arnese e quella passa con angoscia. |
|
|