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BERNI LIV 1-5 [II xxv 1-5] |
BOIARDO II xxv 1-2 |
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1 Ite, superbi e miseri Cristiani, Consumando l'un l'altro, e non vi caglia Che 'l sepolcro di Cristo è in man de' cani; Fate con voi medesimi battaglia, Spiriti di superbia, animi vani, Che quel che me' di voi le calze taglia, Colui che più bestemmia orribilmente, Quello è miglior soldato e più valente. 2 O vituperio del corrotto mondo, Ben è mancato al vaso il buon liquore Ed è la feccia rimasa nel fondo. Che si bee or con sì grave dolore: Il campo che di rose era fecondo, Adorno d'ogni lieto e vago fiore, Poi c'ha le belle spoglie sue perdute, Produce cardi e rovi e spine acute. 3 L'età de' Padri, che peggiore è stata Degli avi nostri, ha generato noi, Di lor gente più trista e peggio nata; Così quei che di noi nasceran poi, Saran turba perversa e scelerata: Così piaciuto è, stelle e cieli, a voi, Anzi alla guasta pur nostra natura, Ché lungamente ben alcun non dura. 4 Di questo glorïoso e bel lavoro Ci sono stati maestri ed autori Questi spiriti egregi che col loro Sangue, non pur fatiche né sudori, Or contra il Turco, or contra il popol moro Combattendo, ci han fatto possessori Di questa patria, onde noi scelerati Così pii semo loro e così grati. 5 Queste l'esequie sono e 'l mattutino Che diciam loro, o maladetto seme. Andiam dove il Danese e Serpentino, Grandonio ed Ulivier l'un l'altro preme, E Marsiglio e l'erede di Pipino, E più che tutti quanti gli altri insieme Ferraù e Rinaldo, ed ora il conte È venuto alle man con Rodamonte. |
1 Se mai rime orgogliose e versi fieri Cercai per racontare orribil fatto, Ora trovarle mi farà mestieri, Però che io me conduco a questo tratto Alla battaglia con duo cavallieri, Che questo mondo e l'altro avrian disfatto; Tra ferro e foco inviluppato sono, Ché l'altre guerre ancor non abandono. 2 Perché dove è il Danese e Serpentino, Ov'è Olivieri e Grandonio si geme; E il re Marsilio e il figlio di Pipino, Quanto se può, ciascun sopra se preme; Ranaldo e Feraguto il saracino Fan più lor duo che tutti gli altri insieme; Ed or di novo Orlando e Rodamonte Per più ruina son condutti a fronte. |
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