INDICE |
BERNI LXVI 30 [III vi 30] |
BOIARDO III vi 25-26 |
PREMESSA |
29 Così tacita seco ragionava, Mostrandosi negli atti sbigottita; Né molta finzïon le bisognava, Però che in molte parti era ferita: Il sangue sopra l'armi rosseggiava; Tal che mostrando al fin d'esser finita, Andar si lascia, e di sorte si porta, Ch'ognun direbbe ch'ella fusse morta. 30 Come in un campo a piè di qualche macchia Fa una volpe alle volte il gattone, Quando vuol acchiappar qualche cornacchia; La ribalda arrovescio giù si pone, E quella bestia d'intorno le gracchia; Ella apre gli occhi così per cantone, Come chi vuole altrui far qualche truffa, Poi su salta ad un tratto e te la ciuffa. 31 Verso lei quel malvagio vecchio mosse; Ma di scendere a terra non si attenta, E prima con la lancia la percosse, Ché vuol provar s'ella n'era contenta: Sofferse la fanciulla, e non si mosse; Ond'egli smonta, e lega la giumenta: Come la damigella in terra il vede, Non par più morta, e fu subito in piede. |
25 Così con seco tacita parlava, Mostrandosi ne gli atti sbigotita, Né molta finzïon gli bisognava, Però che in molte parte era ferita, E il sangue sopra l'arme rosseggiava. Or, mostrando cadere alla finita, Andar se lascia e in tal modo se porta, Che giuraria ciascun che fusse morta. 26 E quel malicïoso ben se mosse, Ma de smontare a terra non se attenta, E prima con la lancia la percosse Per veder se de vita fusse ispenta; La dama lo sofferse e non se mosse, E quello smonta e lega la iumenta; Ma come Bradamante in terra il vede, Non par più morta e fu subito in piede. |
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